Lo ha rivelato un deputato del Parlamento di Sana’a
Grazie ad una registrazione audio rubata ad un deputato yemenita pro-Houthi, è emersa l’esistenza di una rete di prostituzione sfruttata dalla formazione sciita per compiere attività di spionaggio e ricattare gli oppositori.
Il deputato Abdo Bishr, fedele agli Houthi, conferma di aver ottenuto confessioni da persone che lavorano nei servizi di sicurezza, dell’esistenza di una lista di nomi, compresi i membri del “Consiglio politico supremo”, di persone coinvolte in questo giro. Le milizie hanno usato donne e reti di prostituzione per intrappolare i leader a Sana’a, inclusi i parlamentari fedeli al gruppo filo iraniano.
Questa testimonianza conferma la matrice del rapimento dell’attrice Entisar al-Hammadi, che secondo alcuni visitatori che l’hanno incontrata in carcere, lunedì scorso, 24 maggio, sarebbe in corso un tentativo delle milizie di incastrare lei e le sue colleghe per inserirle in una “cellula di prostituzione legalizzata” che è anche una rete di spie.
La giovane modella ha confermato che a lei e alle sue colleghe è stato chiesto di andare in alcune case chiuse illegali presenti a Sana’a per installare telecamere di sorveglianza e per praticare la prostituzione con alcuni oppositori politici. Al loro rifiuto sono scattate poi le manette.
Nell’audio registrato durante una delle sessioni del Parlamento di Sana’a, il deputato Bishr ha parlato di documenti della milizia Houthi che fanno riferimento ai grandi leader della sua autorità coinvolti in atti di prostituzione per sottometterli al loro volere.
Nella fuga di notizie diffusa dagli attivisti sui social media, Bishr ha affermato di aver ottenuto lettere e confessioni di donne Houthi che lavorano nei servizi di sicurezza della milizia per stilare un elenco di nomi, che ha detto di avere, inclusi membri del cosiddetto “Consiglio politico supremo”, l’interfaccia dell’autorità golpista Houthi, ministri e parlamentari.
Autore Redazione Arabia Felix
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