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Giorgio de Chirico: ‘L’Enigma dell’Ora’

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Giorgio de Chirico: 'L'Enigma dell'Ora'


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Capire una Matematica non scritta: questa è l’esigenza che ci si presenta quando ci troviamo a contemplare un’Opera d’Arte… soprattutto una di quelle che emana un particolare fascino legato al Mistero… all’Enigma stesso della sua concezione e della sua realizzazione.

Già… capire una matematica non scritta ma codificata nei modi, nei simboli… cioè in quelle immagini ricorrenti che sono divenute, nell’esperienza di un Artista, emblematiche, come geroglifici o “capisaldi” alfabetici della sua maniera di esprimersi… un qualcosa che trascende anche il semplice ragionamento che ce ne fa riconoscere la sua particolare calligrafia o lo stile.

Bisogna dire, quindi, che, l’impossessarsi di codesti elementi… unito ad un’accresciuta sensibilità, creano nell’amatore o nel fruitore, prendendo in prestito un termine da quei tecnicismi della moderna critica d’Arte… ma solo per un attimo, perché ritengo che per comprendere l’opera e l’autore in esame sia invece necessario… lasciar libere le “briglie” di un destriero alato ed aprire il nostro pensiero ad un senso poetico arcano e penetrare completamente nella Dimensione Ermetica, seguendo la volontà del… Pictor Optimus, come lui stesso amava definirsi, un senso di legittimo orgoglio… questo, però, è solo l’inizio del cammino che non è per niente rettilineo….

Perché ho usato il termine Matematica, riferendomi a quel “modo” di fare Arte ed alla disciplina del comprenderla?

Semplicemente per le affermazioni dello stesso Giorgio de Chirico, l’Artista del quale parliamo, che, in un’intervista televisiva rilasciata a Luciano Simongini negli anni 80 ebbe a dire che, per lui, dipingere e realizzare, non solo la stesura pittorica ma, con assoluta certezza l’Opera d’Arte, era il risultato di un’operazione matematica esattamente calcolata e prevedibile!

Affermazione che lasciò di stucco il Simongini e tutti gli spettatori di quel programma, per la concezione che si era sempre avuta per tradizione culturale, che dava importanza a quell’elemento continuamente decantato e chiamato Ispirazione… altro concetto che de Chirico si affrettò subito a demolire, prima di un’eventuale contrapposizione da parte dell’intervistatore:

… l’ispirazione è invenzione dei letterati… e non ha niente a che vedere con quella giusta predisposizione e serenità mentale che ci permette di indagare, in maniera lucida, il nostro inconscio…

Fu una boutade come tutte quelle alle quali de Chirico ci ha abituati oppure si tratta di un’affermazione che vale la pena analizzare più profondamente?

Io credo che, in ambedue i casi, il riflettere su tali dubbi non faccia altro che alimentare l’interesse per il personaggio e per le sue opere… e de Chirico dimostra, quindi, anche in questo caso, di saperla lunga in tema di Comunicazione, precorrendo i tempi nostri, nei quali è stato dimostrato che l’affermazione del tutto e il suo contrario, rende viva e partecipativa ogni discussione… ed il Grande Pittore, non essendo più tra noi, certamente starà in qualche altra impossibile ed enigmatica Dimensione a ridere a crepapelle!

‘L’Enigma dell’Ora’ è l’opera che prendiamo in esame…. ed è l’Arcano del Tempo che scorre inesorabile… proprio la Matematica pittorica di de Chirico ferma tutto, blocca la nostalgia di una solarità che si sente, al di là della realtà fisica.

L’Astro di Luce è nell’Anima Metafisica che, tramite il suo dipinto, congela quel momento fissato sul quadrante dell’orologio… e lo fa nei 5 minuti che precedono la posizione ad angolo retto… cioè quella delle 3, ora notturna o mattutina, se si preferisce, o delle 15 post meridiane… ma “l’ermetico cielo” non ne conferma nessuna delle due.

Del Giorno del Mondo, diviso in 24 parti il reale Astro ed il Sole Ermetico, si sono presi in compresenza nel Mondo di de Chirico, non 12 parti ciascuno ma tutte le 24 parti: è una ben strana “compresenza”, perché ad uno, il primo, spetta la Fatica di vivere, all’altro, la melancolia, ma con il Senso Sublime dell’Esistere.

Geometria, Luce, Tempo e Presenza umana operano stando immobili nella loro interiorità. Architettoniche armonie, così mirabilmente espresse dalla Magia di un Grande Pittore.

In quest’opera voglio farvi notare poche elementari cose; per prima la contrapposizione evidente tra l’ora solare e l’ora interiore. Le ombre, pur seguendo l’allineamento delle prospettive del porticato e della figura in piedi e in primo piano non corrispondono al tipo di luce che irradia in maniera distribuita, generalizzata, in un cielo verdastro e dall’autore stesso definito… ermetico.

I simboli… e de Chirico a loro si affida… sono punti di riferimento espunti dall’archivio della Memoria, capaci di sfidare il Tempo.

Il Tempo… sempre lui… è il padrone della nostra vita e condiziona le nostre azioni ed il nostro pensiero. Anche quando noi sosteniamo di essere uomini liberi, il Tempo continua ad esercitare la sua spietata tirannia.

Il Sole… altro elemento simbolico che l’autore utilizzerà spesso in maniera palese od occulta, tanto da rinchiuderlo in un interno, in una stanza, collegandolo, addirittura, ad un filo elettrico ed una spina per ricaricarlo… è l’Astro di Luce, che segna il Tempo in maniera inesorabile sulle nostre vite, legate a tutte le altre.

La nostra stessa esistenza terrena procede insieme al resto dell’Umanità… ma, in questo sistematico incedere c’è un punto, un’anomalia temporale, che coesiste anche all’interno delle stesse regole naturali, nel susseguirsi dei fusi orari, legati al Sole ed alla rotazione terrestre, che de Chirico, nel suo vagabondaggio artistico per il mondo classico e per l’occidente dei Nuovi fermenti artistici e le filosofie mitteleuropee ha provato su di sé.

C’è un punto, e lui lo sa, in cui il Tempo è fermo e… dove basta spostarsi di un millimetro per passare al giorno prima o al giorno dopo, a seconda della direzione che si prende.
Ma, in mezzo a quel punto il Tempo è fermo.

Cerchiamo di immaginare se in quel punto potessimo costruire una nostra architettura o un’opera d’arte pittorica, una musica, un poema… la nostra opera potrebbe esistere sospesa nel Tempo… come una sorta di Tempio dell’Anima senza… tempo!

E… torna alla memoria Dante, che si affaccia a guidare con le sue parole il cammino degli innamorati della Conoscenza.

Guido, i’ vorrei che tu e Lapo ed io
fossimo presi per incantamento
e messi in un vasel…

L’incantamento di Dante è in de Chirico per guidarlo al di fuori del periglioso mare… il Tempo senza tempo è quello spazio interiore che tutti gli uomini dovrebbero provare a difendere ad ogni costo. Il tempo del nostro libero volo o del Sole Ermetico, della fiamma, del calore che non brucia dell’Amor Solis o del solo Amore.

La “sottolineatura” della pietra squadrata, come modulo costruttivo, fa bella mostra di sé; unica in tutta la costruzione tendente a completare un “Tau”, figura, segno alfabetico antico, sottoposto al meccanismo segnatempo, l’orologio, segnalatore di un tempo interiore?

Cosa ci vuole dire… che Kronos e Kairos sono comunque strettamente connessi…
… un nesso tra la fredda misurazione del Tempo e la costruzione con un materiale eterno che si può sfidare, anche se eroso, ridotto in polvere finissima… si affida dunque alla pietra, l’elemento presente della creazione… di un Tempo Interiore Eterno?

Ne ‘L’Enigma dell’Ora’ si svela e si ri-vela tutto ciò e… non è da considerare vano anche se il tempo, che tutto il mondo considera scandito dal profitto, in questo caso non produce benefici facilmente individuabili… pur se riconosciamo che, mano a mano che passa la nostra “preziosa” moneta di scambio si svaluta e… si rende necessario, o almeno così crediamo averne sempre di più, impiegandone sempre più, sottraendolo alla nostra esistenza.

Mentre l’ora d’oro del nostro tempo interiore, ponendosi come valore assoluto nel microcosmo dei nostri pensieri non ha bisogno di merci di scambio… perché quelle ore non si vendono e non si comprano. Tra di loro possono solo sommarsi, cementandosi con l’Anima e lo Spirito.

Pare che Albert Einstein, il Genio che sul concetto di tempo e di relatività la sapesse lunga, andasse distrattamente annotando i suoi calcoli, sull’assegno abbastanza consistente che gli avevano dato come vincitore del Premio Nobel per la Fisica… ciò potrebbe farci pensare, con un po’ d’ironia, che, inconsciamente, per una sorta di riflesso condizionato, egli volesse invertire i valori del mondo materialista, tentando l’operazione contraria, cioè, ritrasformare il denaro in… tempo.

La Materia serve all’Uomo e non… viceversa!

Cosa vuole comunicarci de Chirico?

Forse che il momento più alto della Spiritualità non è in quella parte del giorno in cui il sole è al massimo della sua crescente potenza, cioè dal suo sorgere fino a mezzogiorno in cui è più forte, più alto e centrale, ma, da mezzogiorno a mezzanotte, cioè in tutta la sua fase discendente?

Ma addirittura il punto più alto si manifesta di sera, di notte, quando il sole è ormai tramontato, quando, concluso il suo compito, è passato oltre l’Occidente. Quella è l’Ora esotericamente più enigmatica. Quel che illumina, anche in maniera nascosta, fuori campo visivo, il suo cielo ermetico, sorge, necessariamente, per continuare nello Spirito ciò che il sole reale svolge nei confronti della materia. In questo arco di tempo l’animo umano si predispone alla Nostalgia Solare, l’Energia si trasforma in Amore verso la Spiritualità.

Ma riassumiamola un attimo l’opera, all’apparenza semplicissima.

Un porticato poggiante su delle gradinate, con una figura in penombra, un loggione superiore dal quale si affaccia un’altra figura, di spalle, ed in controluce, un orologio come quelli collocati sui frontoni delle stazioni ferroviarie, con, in bella evidenza, forse una pietra squadrata o una targa marmorea?

Una figura in piedi e in piena luce nel piazzale ed una fontanina rettangolare, nella quale possiamo immaginare un filo d’acqua che zampilla. Il cielo verdastro tende a schiarire all’orizzonte lasciando intendere una sorta di tramonto o un albeggiare, che non corrispondono affatto con l’orario riportato dall’orologio.

Il tempo è fermo o lo è l’orologio?

Le tre figure umane sono come stati, condizioni dell’animo, in Luce, in Penombra, in Controluce. L’esatta corrispondenza del perno delle lancette del quadrante con lo zampillo d’acqua denota una precisione geometrica da regola aurea ed il “gioco” matematico al quale prima ci si riferiva è confermato dalla sequenza numerica del 3, le figure umane, del 5, gli archi del porticato, del 7, i pilastrini del loggione…

de Chirico dipinge così la sua Matematica d’Arte, annunciandola come un guanto di sfida al nichilismo ed al dilettantismo del suo mondo contemporaneo, vissuto nel distruttivo fragore di due guerre mondiali, dimostrando l’eternità degli Archetipi riconosciuti nel mondo classico, nella filosofia, e valorizzando l’apporto della Psicanalisi, non per svelare l’Enigma, bensì per convalidarlo, anche in seguito con gli aspetti della “Inquietanza” e della “Disambientazione”.

Tutto questo suo modo di procedere non solo si fa progetto, ma gli permette di costruire quel Piano Metafisico sul quale ritornerà sempre, ciclicamente, anche dopo le sue incursioni nella pittura barocca e i suoi travestimenti autobiografici, per dimostrarci, libero da legami ideologici con critici e storici militanti, la parentela stretta con i pittori del passato… accompagnato da Ermes.

Dentro di sé… è ancora il fanciullo di Volos… che ricorda le sassaiole dei discoli arroganti della Tessaglia, è il Dioscuro insieme al fratello Savinio… e rifiuta tutte quelle mode sostenute dal mercato e dalla critica “asettica” e troppo spesso “pennaiola”… per andarsi a collocare, con il suo pensiero e le sue “desuete” ricette pittoriche, nel Tempo senza Tempo.

Autore Vincenzo Cacace

Vincenzo Cacace, diplomato all'Istituto d'Arte di Torre del Greco (NA) e all'Accademia di Belle Arti di Napoli, è stato allievo di Bresciani, Brancaccio, Barisani, ricevendo giudizi positivi ed apprezzamenti anche dal Maestro Aligi Sassu. Partecipa alla vita artistica italiana dal 1964, esponendo in innumerevoli mostre e collettive in Italia e all'estero, insieme a Giorgio de Chirico, Renato Guttuso, Ugo Attardi, e vincendo numerosi premi nazionali ed internazionali. Da segnalare esposizioni di libellule LTD San Matteo - California (USA), cinquanta artisti Surrealisti e Visionari, Anges Exquis - Etre Ange Etrange - Surrealism magic realist in Francia, Germania e Italia.