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Yemen: 34 civili vittime delle mine Houthi in un mese

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Oltre 2 milioni di mine antiuomo piantate dagli Houthi in più di 15 governatorati yemeniti

Le mine della milizia Houthi dello Yemen hanno ucciso 34 civili yemeniti, tra cui donne e bambini, durante il mese di novembre dello scorso anno in diversi governatorati.

Lo yemenita Landmine Monitor ha detto che le mine Houthi hanno ucciso 18 civili e ferito altri 16 solo nei governatorati di Al-Hodeidah, Al-Jawf Al-Bayda, Sanaa e Taiz. Hodeidah è in cima alla lista delle vittime con 9 civili uccisi, tra cui una donna e una ragazza, mentre 4 persone, una delle quali una donna, sono state uccise nel governatorato di Al-Jawf.

Nel governatorato di Al-Bayda, quattro civili sono stati uccisi, tra cui un migrante di nazionalità etiope, e un civile è stato ucciso nel distretto di Nehm, a est della capitale, Sana’a. Solo la milizia Houthi usa le mine in Yemen.

I rapporti indicano che ci sono più di due milioni di mine piantate dagli Houthi in più di 15 governatorati yemeniti, di tutti i tipi: anti-veicolo, personale e mine marine, la maggior parte delle quali sono prodotte localmente o importate e sviluppate in loco per esplodere con meno peso.

Le mine terrestri sono diventate una delle armi più importanti degli Houthi che prendono di mira persone innocenti nelle montagne, nelle valli, nelle pianure e nei quartieri residenziali.

Gli Houthi non si ritirano da un’area finché non è coperta da centinaia di mine il che causa migliaia di vittime soprattutto perché sono piantate senza mappe, il che rende estremamente difficile la bonifica.

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Autore Redazione Arabia Felix

Arabia Felix raccoglie le notizie di rilievo e di carattere politico e istituzionale e di sicurezza provenienti dal mondo arabo e dal Medio Oriente in generale, partendo dal Marocco arrivando ai Paesi del Golfo, con particolare riferimento alla regione della penisola arabica, che una volta veniva chiamata dai romani Arabia Felix e che oggi, invece, è teatro di guerra. La fonte delle notizie sono i media locali in lingua araba per dire quello che i media italiani non dicono.