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La battaglia della vita

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La battaglia della vita - Ylena Mombello


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Il calumet della pace da fumare con se stessi

Si rese conto molto presto che parecchie cose non andavano affatto per il verso giusto nella sua famiglia, tanto che scoprì che non funzionavano già prima che nascesse.
Erano frequenti le occasioni in cui tutti si ferivano emotivamente a vicenda, senza contare i tentativi, di ogni componente familiare, di sottrarsi alle costanti e reiterate malattie, prima acute e poi croniche.

Pensava:

Chissà se anche per gli altri è la stessa cosa o se siamo solo noi a passare il tempo nel tentativo di schivare i colpi della sfortuna!

Schopenhauer era convinto che se dovessimo scrivere le biografie della maggior parte degli esseri umani, avremmo molto da fare per elencare il numero delle sofferenze delle loro vite, soprattutto se si sono fregiati dell’onore di aver vissuto a lungo.

Più che altro scriveremmo una “patografia”.

Volendo tralasciare la superficie, addentrandoci piuttosto negli abissi dei nostri quesiti, credo che diventi urgente, a questo punto, domandarci per quale motivo soffriamo così tanto e se ci siano dolori “illegittimi” cioè quelli che potremmo tranquillamente evitare se solo fossimo più attenti a noi stessi.

Le ragioni legittime per soffrire sono molte, come per esempio l’età che avanza inesorabilmente, le malattie, i fallimenti economici, le delusioni d’amore, la perdita delle persone care, il senso della solitudine e dell’abbandono, lo stress e potremmo certamente riempire la lista con tanto altro.

Ma ci sono ferite che, invece, potremmo evitare di infliggerci da soli?

È questa la domanda del “Filosofo da Strada” poiché considerando che la sofferenza sia onnipervadente nel mondo, e che sia impossibile da evitare, possiamo, quanto meno, difenderci, sviluppando strategie interiori per poter evitare determinati dolori e sconfiggere almeno una parte di quei nemici che, inevitabilmente, incontriamo durante la battaglia imperitura della vita?

Certamente sì!

Ci sono drammi che non si possono evitare, e sono tanti, ma ci sono anche sofferenze che ci costruiamo “gratuitamente” da soli, ed è su queste ultime che dobbiamo portare la nostra attenzione se non vogliamo soccombere doppiamente al cospetto degli anni che passano.

È del tutto legittimo soffrire per ciò che la vita ci riserva senza la possibilità di un nostro controllo, ma è da sciocchi permetterci di stare male anche per tutti quei fattori che dipendono dalle nostre scelte deliberate, dalle nostre convinzioni e dal nostro modo di affrontare la circostante quotidianità.

Io non credo alle americanate del tipo:

Se vuoi, puoi tutto!

giacché la ritengo roba per esaltati e, a conti fatti, certi individui, se ben li conosci, ti accorgi che sono spesso infelici poiché, raggiunto un successo, sbavano affamati ed ansiosi per averne prontamente un altro.

Ma sono certo, però, che se voglio, posso almeno evitare di arrecarmi dolori inutili e che ciò mi permetterà di attraversare la vita, sì con le armi in pugno, ma senza necessariamente doverle utilizzare ad ogni occasione.

Ci sono momenti in cui si può tranquillamente fumare il “calumet” della pace, non solo con gli altri, ma anche e soprattutto con se stessi.

Tratto dal Corso Naturopatia dell’Anima – Counseling Filosofico

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Autore natyan

natyan, presidente dell’Università Popolare Olistica di Monza denominata Studio Gayatri, un’associazione culturale no-profit operativa dal 1995. Appassionato di Filosofie Orientali, fin dal 1984, ha acquisito alla fonte, in India, in Thailandia e in Myanmar, con più di trenta viaggi, le sue conoscenze relative ai percorsi interiori teorici e pratici. Consulente Filosofico e Insegnante delle più svariate discipline meditative d’oriente, con adattamento alla cultura comunicativa occidentale.