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Yemen: 6 iraniani accusati di traffico di droga

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Fanno parte della rete globale di Iran e Hezbollah

Il Dipartimento per le indagini penali del Governatorato di Al-Mahra, nello Yemen orientale, ha rinviato a giudizio sei marinai di nazionalità iraniana in relazione ad un caso di traffico di grandi quantità di stupefacenti.

Una fonte della sicurezza ha riferito che sono accusati di contrabbando di droga a bordo di una nave iraniana sequestrata al largo delle coste di Mahra alla fine del mese scorso.

L’imbarcazione trasportava grandi quantità di hashish, eroina e crystal meth, il cui valore è stato stimato in oltre cinque miliardi di riyal.

Il legittimo Governo yemenita, all’inizio del mese scorso, ha annunciato che le sue forze di guardia costiera, nel Governatorato di Al-Mahra, avevano sequestrato una nave con a bordo sei marinai iraniani e pakistani, che trasportavano grandi quantità di sostanze stupefacenti, al largo della costa di Al-Ghaydah.

Ha spiegato che durante una perquisizione della nave da parte dei servizi di sicurezza, hanno trovato circa 730 chili di resina di cannabis esterna, oltre a 216 chili di pillole narcotiche. Ha indicato che il valore totale dei sequestri è stato stimato in 6 milioni e 600 mila dollari.

Secondo gli inquirenti yemeniti, l’Iran e il suo braccio armato in Libano, Hezbollah, gestiscono reti globali per la coltivazione, il traffico illecito e di droga e iniziano le attività coltivando e producendo droghe in Afghanistan e nei Paesi dell’America Latina, per poi contrabbandarle e commerciarle in vari partidel mondo.

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Autore Redazione Arabia Felix

Arabia Felix raccoglie le notizie di rilievo e di carattere politico e istituzionale e di sicurezza provenienti dal mondo arabo e dal Medio Oriente in generale, partendo dal Marocco arrivando ai Paesi del Golfo, con particolare riferimento alla regione della penisola arabica, che una volta veniva chiamata dai romani Arabia Felix e che oggi, invece, è teatro di guerra. La fonte delle notizie sono i media locali in lingua araba per dire quello che i media italiani non dicono.