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Assessore Buonanno sulla vertenza Whirlpool di Napoli

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Monica Buonanno


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‘Chiediamo al Governo il rispetto per le famiglie che aspettano una risposta da 18 mesi e che il Covid, in alcuni casi, ha reso ancora più deboli’

Riceviamo e pubblichiamo dall’Ufficio Stampa del Comune di Napoli.

Dire inaccettabile è dire poco.

Sono le prime parole dell’Assessore al lavoro del Comune di Napoli Monica Buonanno alla chiusura della vertenza Whirlpool di oggi, 22 ottobre.

Non siamo più certi di assicurare ancora il mantenimento della coesione sociale così come abbiamo fatto finora se Whirlpool continua a non cedere sulla conferma della chiusura dello stabilimento di via Argine.

Ci abbiamo messo la faccia per 18 mesi, assicurando agli oltre 400 lavoratori che, credere alle Istituzioni centrali e porre fiducia nell’azienda fosse l’atteggiamento più giusto.

E oggi non abbiamo ricevuto la risposta che aspettavamo, certo non aspettavamo l’ennesima pantomima di un’azienda che dice “ve l’avevamo detto”, ma una modifica di atteggiamento e una chiara presa di responsabilità rispetto a quello che finora è stato solo un pensiero unico che la città rifiuta: il pensiero unico liberismo di mercato/lavoratori.

Se è una dichiarazione di guerra, è bene che si sappia: siamo la città della pace, della solidarietà e della tolleranza. Ma quando si calpestano indiscriminatamente i diritti dei lavoratori questa città risponde con i fatti, stando vicino – senza paura – ai lavoratori, alle famiglie, a chi si sta vedendo sottratte le certezze di una vita.

È impensabile che al Covid venga assegnato un valore di mercato perché il Covid ha portato drammi su drammi e di certo non resteremo a guardare.

Chiediamo al Governo, alla Regione, alle organizzazioni sindacali di fare scudo alla città di Napoli, perché oggi è Napoli, domani potrebbe essere Siena o Comunanza (AP) o qualsiasi altro luogo.

Fare scudo significa tutelare il lavoro, i diritti, il futuro, significa tutelare lo Stato – Comunità nelle sue radici più intime e soprattutto significa non prestare il fianco al più becero capitalismo delle multinazionali.

Chiediamo al Governo il rispetto per le famiglie che aspettano una risposta da 18 mesi e che il Covid, in alcuni casi, ha reso ancora più deboli.

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