Continua l’eterna sfida di Iside anche in un campo insolito, quello della grande canzone d’autore, che a volte lambisce come un mare benefico le coste della Tradizione, dell’Essere.
In un mondo che spesso confonde il dito con la luna, certe canzoni sono pronte a raccontarci parti di noi stessi, ritagli emozionali della nostra piccola – grande storia di operai al lavoro nell’Officina della vita.
Voglio rievocare un concerto tenuto da Franco Battiato nel 1989 alla presenza di Giovanni Paolo II.
Il cantautore racconta in un’intervista che nel corso dell’esecuzione della struggente ‘E ti vengo a cercare’ a un certo punto sente scoccare “come una scintilla”.
Un’onda di emozione sacra si propaga nell’affollata platea.
Il climax, così forte da togliere il fiato, scatta quando Battiato canta il verso
ESSERE un’immagine divina.
‘E ti vengo a cercare’ è un concentrato di messaggi in armonia con la Tradizione.
La metafora dell’amore rivolto ad un oggetto “fisico” del desiderio fa pensare a Dante, Fedele d’Amore, che adora la Sophia nelle sembianze umane di Beatrice.
Nei versi
questo secolo oramai alla fine, saturo di parassiti senza dignità
si svela l’oppressione di un presente che richiama scenari da Kali Yuga.
Emanciparmi dall’incubo delle passioni
poi, è in linea con l’esortazione massonica a lasciare i metalli delle emozioni e della profanità fuori del Tempio.
L’espressione
cercare l’Uno al di sopra del bene e del male
esotericamente è sovrapponibile al precetto relativo al
camminare tra il bianco e il nero.
Alla fine dell’esibizione il Papa non aspetta riverenze e si alza a salutare il cantautore catanese. Un bell’esempio di comunicazione fondata su una reale capacità di empatia.
Autore Hermes
Sono un iniziato qualsiasi. Orgogliosamente collocato alla base della Piramide. Ogni tanto mi alzo verso il vertice per sgranchirmi le gambe. E mi vengono in mente delle riflessioni, delle meditazioni, dei pensieri che poi fermo sul foglio.