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Intervista esclusiva a Massimiliano Papi

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Massimiliano Papi


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ExPartibus incontra il regista nell’ambito di un momento didattico al Suor Orsola

Incontriamo Massimiliano Papi, affermato regista napoletano che collabora con i centri di produzione Rai di Roma e Napoli, con Mediaset e LA7, in occasione della bellissima iniziativa che ha avuto luogo al prestigioso ateneo partenopeo Suor Orsola Benincasa. Importante momento didattico in cui, ricordiamo, lui, in qualità di docente del Master in Cinema e Televisione, con il supporto di quattro attori del real drama Un Posto al Sole, Marina Giulia Cavalli, Davide Devenuto, Patrizio Rispo e Claudia Ruffo, si è reso disponibile ad una dimostrazione concreta di come si realizzi un prodotto televisivo.

Nonostante la giornata impegnativa appena conclusa, Papi non si sottrae affatto alle nostre domande, anzi con entusiasmo ed estremo garbo, ci fornisce particolari preziosi. La prima curiosità riguarda l’organizzazione mensile delle puntate di UPAS.

Siamo diversi registi ingaggiati nell’arco dell’anno in Un Posto al Sole e, lavorando come liberi professionisti, riusciamo a gestire e programmare i tempi in modo razionale. In particolar modo, io che mi occupo sia di intrattenimento che di fiction, riesco ad alternare le due cose.

In genere, i moduli di preparazione e registrazione delle puntate prevedono un impegno minimo di quattro settimane che servono per realizzare, produrre e post-produrre cinque puntate della durata ognuna di circa 28 minuti.

La fase di preparazione, che consta quasi di una settimana, prevede un minimo casting degli interpreti non protagonisti, i sopralluoghi, la scelta delle location, le eventuali prove per scene particolarmente intese da girare, a seconda dei casi, con protagonisti, guest o stunt.

La seconda settimana è dedicata agli esterni, la terza agli interni, l’ultima al montaggio. Fuori resta la post-produzione audio.

In quelle quattro settimane, i ritmi lavorativi sono decisamente serrati, sarebbe impossibile potersi dedicare ad altro.

Molti nel cast di UPAS vengono dal teatro e, di conseguenza, sono abituati al contatto diretto con il pubblico e ad un riscontro immediato. C’è qualche differenza nella direzione di un attore teatrale rispetto ad uno abituato alle telecamere o è sempre e solo questione di competenza?

Ogni artista deve capire il tipo di prodotto che realizziamo. Per certi versi, l’interprete che nella sua carriera si è dedicato solo al teatro, può avere maggiore difficoltà a rapportarsi con la macchina da presa rispetto al palcoscenico.

Nei due mondi, i tempi e i ritmi sono necessariamente diversi, così come differenti sono i linguaggi e le modalità, ma quando ci troviamo di fronte a professionisti, e tutti coloro che lavorano in UPAS lo sono, riusciamo sempre ad ottenere da loro il massimo, perché sono in grado di fare tutto.

L’affiatamento all’interno del team è palpabile, lo abbiamo notato in questa e in altre occasioni sul set. Oltre alla grande serietà con cui si affronta il lavoro, c’è sempre un’atmosfera gioiosa e positiva che lascia trasparire un rapporto umano forte e sincero.

Lavorare in questo clima è bellissimo, è un grande aiuto per permette a tutti di dare il massimo. Questa è una delle cose belle di UPAS, siamo una vera grande famiglia. Indipendentemente dal ruolo occupato, che si tratti di cast, produzione, redazione, squadre tecniche o scrittori, c’è una grande complicità tra di noi.

Non a caso siamo al ventunesimo anno di lavoro insieme e molte delle professionalità sono quelle della prima stagione; chi, invece si è aggiunto nel corso degli anni, si è perfettamente integrato, divenendo un tutt’uno omogeneo.

La Napoli rappresentata da ‘Gomorra’ mostra, volutamente, solo uno spaccato della città, quello della criminalità, UPAS prova a descriverla, invece, a tutto tondo, nelle sue mille sfaccettature e contraddizioni, non mancando di regalare veri colpi di scena. Ci si appassiona proprio perché le vicende trattate non sono esclusivamente sdolcinate e buoniste, ma anche un po’ amare, crude, verosimili, esattamente come accade nella vita, un alternarsi di gioie e dolori, un giorno di sole e uno di nuvole. Questo può essere uno dei motivi dell’enorme successo della soap?

Assolutamente sì, questa è una delle armi vincenti; UPAS parla di tutto, della vera città, delle sue eccellenze così come dei lati negativi, non mettendo il velo su nulla, non facendo finta di non vedere.

La bravura degli autori è riuscire a stare al passo con i tempi, con uno sguardo sempre attento all’attualità, alla cronaca, raccontando la società di oggi.

Sono affrontati temi come violenza, droga, alcolismo, corruzione, pedofilia, ma anche solidarietà, affetti veri, voglia di riscatto e speranza che il futuro possa cambiare, che l’autodeterminazione possa fare la differenza.

Alcuni protagonisti si sono cimentati in storie difficili e gravi che poi non sono quelle solo di Napoli, ma di tutt’Italia. Anche questa è la forza di Un Posto al Sole, saper raccontare, con un linguaggio vero, gli aspetti più drammatici così come i problemi e i disagi giovanili, in una parola, il quotidiano che appartiene ad ognuno di noi.

È forse uno dei pochi prodotti che riesce ad affrontare, anche nella stessa puntata, commedia e dramma portandoli a braccetto.

UPAS è una miscela positiva, una delle poche serialità così longeve in Italia capace di offrire ancora stimoli sia a noi che al pubblico.

Terminiamo con un’ultima curiosità in merito alle sue impressioni personali sulla giornata formativa appena conclusa, considerando che Papi era nella duplice veste di regista di UPAS e docente di questi giovani talenti del Master di Cinema e Televisione del Suor Orsola Benincasa che provano a destreggiarsi in un settore così difficile.

È stato molto stimolante aiutare i miei studenti a cimentarsi in questo tipo di percorso, cercando di dar loro degli strumenti reali con cui poter affrontare questa professione: segreti ed informazioni utili che non impari sui libri.

Occorre sì studiare seriamente e con costanza, ma è anche necessario avere quel sano spirito di curiosità per non smettere mai di mettersi in gioco, di approfondire, di capire come muoversi sul set, mettere in scena l’azione, comporre l’inquadratura.

I nostri allievi del Master sono ragazzi in gamba, con tanta voglia di imparare e già in questi mesi, da ottobre ad oggi, hanno fatto grandi progressi.

Ciò che interessa me e tutti i colleghi del Suor Orsola, è veder lavorare ognuno di loro al proprio originale progetto, improntato, in base ai singoli interessi e alle specifiche personalità, al cinema, al reality, al talent, al documentario o alla webserie, ma esattamente con la stessa passione, slancio e impegno che mettiamo noi professionisti.

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Autore Lorenza Iuliano

Lorenza Iuliano, vicedirettore ExPartibus, giornalista pubblicista, linguista, politologa, web master, esperta di comunicazione e SEO.