La denuncia della Cooperativa Eco: schiavitù minorile in Campania
Riceviamo e pubblichiamo.
L’infanzia è a rischio! Non più bambini, non esseri umani, ma veicoli – diventano strumenti – a beneficio del più forte. Spesso convinti da una promessa di benessere, una prigione mascherata.
Si tratta di una maglia intricata che stringe e costringe i genitori – il bisognoso – a continuare pur di sopravvivere. Tutto questo è molto più vicino a noi di quanto sembri: il numero di minori in povertà in Campania è in aumento; la frattura creatasi non resta esclusivamente economica, ma si lega inevitabilmente alle scarse opportunità pedagogiche.
È il messaggio lanciato, attraverso un video dalla cooperativa Sociale Eco Onlus di Sofia Flauto in occasione della Giornata mondiale contro la tratta di esseri umani, istituita dall’Assemblea generale delle Nazioni Unite nel 2013, e che si celebra in tutto il mondo il 30 di luglio con l’intento di sensibilizzare la comunità internazionale sulla situazione delle vittime di tratta e promuovere la difesa dei loro diritti. Nel mondo il 23% delle vittime sono bambine e ragazze.
L’Organizzazione Internazionale del Lavoro, ILO, stima che 21 milioni di persone siano vittime del lavoro forzato, qui ricomprese anche le vittime di sfruttamento sessuale.
Per Save The Children in Europa 1 vittima su 4 è minorenne.
Sbaglia chi pensa che il problema sia lontano da noi, sbaglia chi pensa che questa giornata non possa essere ricondotta alla nostra quotidianità. Per sollevare questo problema la cooperativa ha realizzato un video denuncia per far capire come la tratta degli schiavi sia più vicina a noi di quanto si pensi.
Oggi in Campania il 37,5% dei bambini vive in condizioni di povertà relativa, un dato ben al di sopra della media nazionale che si attesta al 22%. Una condizione che coinvolge comunque quasi 2 minori su 5 nella regione, e che conferma come il tema della povertà minorile resti una vera emergenza.
Che i piccoli lavoratori finiscano per ingrossare le fila delle maestranze criminali è quasi una certezza a Napoli e in Campania. Qui gli “scugnizzi che faticano” sono sotto gli occhi di tutti. I ragazzini fra i 9 e i 16 anni vengono utilizzati da bar e ristoranti per le consegne a domicilio, nei chioschi e persino dalle piccole imprese edili dove maneggiano cazzuole e mattoni senza le adeguate protezioni.
La Campania è la terza regione per numero di ragazzi che abbandonano prematuramente gli studi, con un tasso di abbandono del 19,1% contro una media nazionale del 14%. Emerge che la povertà educativa è la vera emergenza del Paese.
Continua Sofia Flauto:
L’unica via possibile è quella che passa dalla scuola e dall’educazione. E ora, più che mai, la problematica è aggravata dall’effetto Covid: la didattica a distanza porta con sé la potenziale minaccia dell’inaccessibilità, e dunque il potenziale aumento della povertà educativa.
Ciò a cui assistiamo non è solo la strumentalizzazione della tenerezza, è la perdita della speranza e del valore di un futuro.