Autore: Benedetto Tudino
Titolo: Le parole al tempo del Coronavirus
Editore: Argento Vivo
Collana: Fuoriclasse
Target: Per tutti
Genere: Narrativa
ISBN: 978-88-32106-70-1
Anno pubblicazione: 2020
Edizione: I
Prezzo: €15,00
Pagine: 120
La speranza, l’amore, il rinnovarsi attraverso l’allegorica magia delle relazioni, della naturalezza, della ‘poetica’ come strumento essenziale dell’essere: è forse questa una delle chiavi interpretative che emerge dalla lettura di ‘Le parole al tempo del Coronavirus’, Argento Vivo Edizioni, il nuovo splendido libro di Benedetto Tudino.
Un percorso realistico, vivo, carico di emozioni e poesia, arricchito dalla malia straordinaria di Fabio Magnasciutti, che ha realizzato copertina ed illustrazioni, uno dei più grandi professionisti del settore in Italia, che non ha certo bisogno di presentazioni.
Il risultato è tangibile: un’opera bella nella sua accezione più ampia, come ampia è la suggestione che emerge dalle pagine di uno sforzo d’arte e cuore che porta Tudino verso elevati solchi di maestria.
Quello tra l’autore e la Argento Vivo Edizioni è un sodalizio che si rinnova dopo le esperienze precedenti e che rinvigorisce e, nello spazio del dolore e della paura che ha solcato il petto di tutti noi, racconta di un tempo che è ancora vivo, quello del Coronavirus, appunto, ma che ha la struggente forza di quegli squarci nella storia che si fanno già leggenda pur nella contemporaneità.
In questo caso, però, non è una fiaba. Unico nel suo genere per la capacità di mescolare ad uno stile narrativo fluido, scorrevole e piacevole la forza della poesia in incastri tutti da gustare per gli amanti dell’arte dello scrivere, è infatti un autore che il pubblico ha già imparato a conoscere ed apprezzare da tempo in questo senso.
Ex collaboratore di Rodari e Fo, ha un’esperienza di dignità letteraria che, nel contesto del legame con la Argento Vivo, ha portato all’elaborazione di un vero e proprio must sul piano dell’intuizione: un libro di filastrocche su Pinocchio, ‘Cantata a più voci per un pezzo di legno’, che, in realtà, è una sorta di spaccato delle emotività e delle metafore da cui far partire riflessioni a tutto tondo.
Un po’ come, adesso, appunto, quello che assomiglia ad un gioiello del genere narrativo sotto forma di diario. Non un “semplice” resoconto da pandemia, ma un racconto affascinante a cui si lega il concetto dell’inconsapevolezza del Covid-19, con tutto ciò che ne deriva.
Il testo, con tanto di dedica speciale, si concentra sulle parole di tutti i giorni vissute nei momenti più diversi di sempre, con l’auspicio, come il letterato stesso ammette, di poter tornare a guardarci negli occhi e non più attraverso uno schermo. In un mondo in cui si critica tutto, Benedetto è chiaro: l’unico aspetto su cui non si discute è l’affetto, che è poi il motore del suo lavoro.
In un contesto in cui si è come nel mezzo di una guerra strana, diversa, senza nemici con cui scontrarsi, più o meno, alla pari, o se non altro guardandosi negli occhi, l’emozionante conversione delle sensazioni intime che Tudino riproduce in parole calde come il fuoco della realtà, diventa, tramite lui, grazie a lui, traccia di un pezzo di storia.
Un’opera come ‘Le parole al tempo del Coronavirus’ porta tutti a fare i conti con l’io e, nello stesso tempo, con il noi che abbiamo rischiato e forse ancora rischiamo di perdere. Come nuovi spettatori di un conflitto eccezionale per definizione, ricorderemo i giorni che Tudino ha già saputo incastonare con parole ferme e dolci, realistiche in quanto crude e pure in quanto ambiziose nel loro slancio di speranza, come quelli in cui sognavamo lieviti per la panificazione, mascherine e igienizzanti come beni primari. E, specialmente, di sopravvivere. E, negli abbracci, la libertà dello stare assieme.
Separati, tutti, da un giorno all’altro, in un lockdown improvviso, nel quale molti si sono ispirati, ma spesso avvolti da un senso di inadeguatezza. In questo caso, invece, sembra, che il romanziere, attraverso le sue riflessioni, abbia saputo trovare, tramite l’energia delle sue parole, il fulcro di una prospettiva soggettiva in grado di farsi oggettiva, completa.
Attraverso un linguaggio in grado di toccare l’anima e che sembra rivolgersi ai bambini ma che cela una larghezza poetica capace di cogliere il piccolo che è in tutti noi, Benedetto narra la segregazione cui siamo stati costretti con la lucidità di chi sa parlare con la gentilezza dei bimbi e la profondità di una saggezza radicata.
Ricordi, storia, contemporaneità, confronto tra generazioni: emerge tutto, compreso il rinnovato cinismo che preoccupa e ci fa temere come un’illusione l’idea che, da questa guerra, si possa uscire migliori.
Di contro, anche la percezione che la bellezza del mondo, in fondo, resti la chiave per la salvezza. Bellezza, come la purezza di un testo solido e genuino come quello di Tudino, la cui intimità resterà uno spaccato dell’evento più incredibile di cui, noi tutti, siamo viva testimonianza.
Autore Lorenza Iuliano
Lorenza Iuliano, vicedirettore ExPartibus, giornalista pubblicista, linguista, politologa, web master, esperta di comunicazione e SEO.