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L’uomo del levriero irlandese

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Grande Architetto dell'Universo


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Durante un breve periodo di vacanza in Alto Adige, là dove la terra e il cielo e la terra formano una squadra e un compasso ‘naturali’, in Val Fiscalina ho incontrato un personaggio a suo modo straordinario.

Poco prima l’avevo notato seduto a un tavolino dell’unico Hotel a 4 stelle della zona. Ma più che lui avevo notato il levriero irlandese accovacciato ai suoi piedi. Ero con mia moglie e la nostra inseparabile Kisha, una femmina di Shiba.

Avevamo camminato tanto, avevamo finito l’acqua e avevamo sete. Anche Kisha. A un certo punto, da dietro una porticina accanto al bancone del bar, spunta qualcuno. Era l’uomo del levriero.

Dopo aver accennato un sorriso, guarda il mio cane ed esordisce:

Lo Shiba con i ‘calzini’ bianchi era il preferito dell’Imperatore giapponese. Anche lui portava sempre calzini bianchi.

Replico:

Ma non era l’Akita il cane prediletto dell’Imperatore?

Ribatte:

No. L’Akita era troppo difficile da gestire, troppo aggressivo.

Incuriosito gli chiedo:

Ma lei come sa queste cose, è uno specialista del settore, o cosa?

Risponde:

Semplicemente mi piace conoscere.

Poi, sentendo che si era stabilita una sottile ed arcana sintonia, continuiamo a parlare.

Del fatto che aveva salvato il suo levriero irlandese da sicura soppressione. Del fatto che era uno scrittore ed aveva pubblicato quindici libri, uno con il critico d’arte Philippe Daverio. Del fatto che molte sue letture coincidevano con le mie. Kafka, Guénon, Borges. Del Kali Yuga che sta sferzando l’Islam. Poi di Agarthi. Di Shamballa.

Sull’argomento mi rivela che ha una sua teoria, suffragata da ricerche, rispetto all’identità del “Re del Mondo”, il misterioso sovrano che, come canta Battiato, “ci tiene prigioniero il cuore”.

Morale: tra le montagne dell’Alto Adige. In una delle valli minori più magiche e meno battute, due esseri umani si ritrovano a parlare di Tradizione. Di geopolitica occulta.
Di tornanti della storia. Di scelte e di filosofie di vita. In quel momento ho pensato che niente avviene per caso ma tutto, come sempre, è già tracciato nei disegni del Cielo.

Il Grande Architetto dell’Universo non va mai in vacanza.

Autore Hermes

Sono un iniziato qualsiasi. Orgogliosamente collocato alla base della Piramide. Ogni tanto mi alzo verso il vertice per sgranchirmi le gambe. E mi vengono in mente delle riflessioni, delle meditazioni, dei pensieri che poi fermo sul foglio.