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‘Janara’ l’horror beneventano ispirato a una storia vera

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‘Janara’: un film da recuperare grazie alle piattaforme digitali

Nel 2015 ‘Janara’ di Roberto Bontà Polito fu presentato al Social World Film Festival di Vico Equense (NA).

Vinse il Premio come Miglior Lungometraggio della Selezione Focus, una sezione competitiva della manifestazione diretta da Giuseppe Alessio Nuzzo che ha lo scopo di promuovere la distribuzione, nazionale e internazionale, di audiovisivi prodotti nel Mezzogiorno e, contemporaneamente, avvicinare il pubblico meridionale al Cinema socialmente impegnato.

Dopo aver partecipato a numerosi festival, essere uscito in DVD e aver raggiunto l’America dove è stato distribuito online, ‘Janara’ arriva finalmente sulle maggiori piattaforme digitali di Cinema ondemand, Vimeo e Amazon Prime Video, presto anche su Chili.

Un buon film di genere ‘made in Campania’

Girato nel Sannio e interpretato da Laura Sinceri, Alessandro D’Ambrosio, Gianni Capaldi, Noemi Giangrande e Rosaria De Cicco, ‘Janara’ è un horror indipendente, un film di genere di ottima fattura con una sceneggiatura ansiogena, nella migliore tradizione dei maestri del brivido.

Il tutto condito da interpretazioni realistiche – mastodontica Rosaria De Cicco invecchiata dal trucco – e quel tocco di credenze popolari che riportano alla memoria dei paesi del beneventano la leggenda della Janara, la strega che da secoli imperversa nelle storie che si tramandano tutte le famiglie dei paesini della provincia di Benevento.

Per gli amanti del genere e non solo è un’occasione imperdibile poter finalmente vedere ‘Janara’, anche perché già i film horror italiani sono una rarità, figuriamoci quelli girati in Campania, ispirati a storie vere e oltretutto da lodare.

I complimenti vanno fatti al cast ma sopratutto al regista Roberto Bontà Polito per una messinscena che pare ispirata anche al diabolico Polanski del mitico ‘Rosemary’s Baby’. Piccola grande gemma la canzone sui titoli di coda cantata da Eugenio Bennato e Pietra Montecorvino a incorniciare l’ottima colonna sonora di Sandro Di Stefano.

La leggenda della ‘Janara’

Tornando alla trama, per stimolare la curiosità, locandina e trailer dicono il regista si sia ispirato ad una storia vera per ‘Janara’: ma qual è questa storia?

A San Lupo, un paesino della provincia di Benevento, da qualche tempo spariscono i bambini. La polizia crede si tratti di un pedofilo ma la gente del paese ha paura che a portare via i loro figli sia la Janara, una strega. Esiste infatti un’antica leggenda su una Janara messa al rogo mentre era incinta, la quale avrebbe maledetto gli abitanti del paese e i loro figli.

Marta e Alessandro sono una giovane coppia che aspetta un figlio da poche settimane. Di passaggio a San Lupo per delle questioni testamentarie legate alla morte del nonno di lei, si trovano invischiati in una faccenda dai contorni sempre più macabri.

Mentre l’ennesima sparizione fa scoppiare una psicosi nel paese, Marta capisce che il suo legame con la leggenda della Janara è tutt’altro che lontano. La voglia di scappare via è grande, ma più forte è il desiderio di fermare questo spirito che si impossessa del bene più prezioso delle famiglie. Per farlo però, dovrà mettere in gioco la sua vita e quella del bambino che porta in grembo.

'Janara'

 

Autore Paco De Renzis

Nato tra le braccia di Partenope e cresciuto alle falde del Vesuvio, inguaribile cinefilo dalla tenera età… per "colpa" delle visioni premature de 'Il Padrino' e della 'Trilogia del Dollaro' di Sergio Leone. Indole e animo partenopeo lo rendono fiero conterraneo di Totò e Troisi come di Francesco Rosi e Paolo Sorrentino. L’unico film che ancora detiene il record per averlo fatto addormentare al cinema è 'Il Signore degli Anelli', ma Tolkien comparendogli in sogno lo ha già perdonato dicendogli che per sua fortuna lui è morto molto tempo prima di vederlo. Da quando scrive della Settima Arte ha come missione la diffusione dei film del passato e "spingere" la gente ad andare al Cinema stimolandone la curiosità attraverso i suoi articoli… ma visto i dati sconfortanti degli incassi negli ultimi anni pare il suo impegno stia avendo esattamente l’effetto contrario. Incurante della povertà dei botteghini, vagamente preoccupato per le sue tasche vuote, imperterrito continua la missione da giornalista pubblicista.