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Pandemia da Covid-19 e rischio di Disturbo Post Traumatico da Stress

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Stress da Covid


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Quando un uomo dice di aver esaurito la vita, significa che la vita lo ha esaurito.
Oscar Wilde

Operatori socio sanitari, personale delle forze dell’ordine, chi ha perso familiari e amici a causa del Covid-19, i sopravvissuti al contagio e tutti gli individui sottoposti alle restrizioni della libertà personale a causa del lockdown sono stati esposti a livelli di stress tali che potrebbero provocare un Disturbo Post Traumatico da Stress, PTSD.

Il PTSD è una forma di sofferenza psichica che si sviluppa in persone che hanno subito o hanno assistito ad un evento traumatico, catastrofico, violento, oppure che sono venute a conoscenza di un’esperienza traumatica accaduta ad una persona cara.

Alcune figure professionali come i militari, membri delle forze dell’ordine, personale sanitario o i vigili del fuoco hanno maggiori probabilità di essere esposti ad episodi violenti che possono minare l’equilibrio del soggetto. Quando la sofferenza della vittima si prolunga per oltre un mese dall’esposizione al trauma e interferisce con la sua vita lavorativa, sociale o scolastica va posta la diagnosi di PTSD.

Il primo riferimento ad una sintomatologia da PTDS lo troviamo nell’esperienza della guerra descritto da Omero nell’Iliade. Achille sperimenta tutta una serie di sintomi riconducibili a questo disturbo: l’indifferenza e la svalutazione verso la morte, i sentimenti di lutto e di colpa nei confronti di Patroclo, l’ira funesta paragonabile a quella scarica di adrenalina e di elettricità che descrivono i pazienti, la violazione delle norme sociali del tempo quando oltraggia il corpo di Ettore.

Durante il primo conflitto mondiale si inaugurò l’espressione “febbre delle trincee” per spiegare i comportamenti anomali associati allo stress da guerra, nel secondo si adottò il termine “nevrosi traumatica da guerra”.

Durante la guerra del Vietnam la nevrosi da guerra fu annoverata tra i disturbi adattivi della vita adulta e, successivamente, venne denominata “sindrome del Vietnam”.
In seguito alla pressione sociale esercitata dai veterani del Paese asiatico, coadiuvati da psichiatri attivisti contrari alla guerra, il concetto finì per essere ridefinito come Disturbo Post Traumatico da Stress, diventando una condizione diagnostica tra i disturbi d’ansia.

Secondo il National Institute of Mental Health caratteristica del PTSD è il fatto che la vittima riviva frequentemente l’esperienza traumatica sotto forma di flashback, ricordi, incubi. Le persone affette da PTSD manifestano difficoltà al controllo delle emozioni, irritabilità, rabbia improvvisa o confusione emotiva, depressione, ansia, insonnia, ma anche la determinazione ad evitare qualunque atto che li costringa a ricordare l’evento traumatico.

Un altro sintomo molto diffuso è il senso di colpa per essere sopravvissuti o non aver potuto salvare altri individui. Al disturbo si associano spesso diverse somatizzazioni, come dolori al torace, capogiri, problemi gastrointestinali, emicranie, indebolimento del sistema immunitario.

Uno studio cinese effettuato durante l’epidemia da Covid-19 esplosa a gennaio 2020 che ha coinvolto 1.257 operatori sanitari che hanno assistito pazienti in reparti Covid-19 riporta percentuali importanti di depressione, 50%, ansia, 44,6%, insonnia, 34%, e stress, 71,5%, con particolare severità soprattutto per infermieri, donne, operatori di prima linea.

Il rischio di disturbo post traumatico da stress è stato ampiamente studiato in letteratura scientifica anche come conseguenza di un trauma di massa e la pandemia a cui abbiamo assistito è stata sicuramente un trauma di massa che ha coinvolto le popolazioni di tutto il mondo.

Si ritiene che il livello di integrazione sociale degli individui, ad esempio avere amici o una famiglia che siano di sostegno, sia un fattore protettivo contro l’insorgenza di sofferenza psichica. Quando il supporto dei propri cari non basta allora è il caso di chiedere aiuto ad un esperto.

Autore Dominga Verrone

La dottoressa Dominga Verrone è laureata in Psicologia clinica e di comunità e specializzata in Psicoterapia. Si occupa di ansia, depressione, attacchi di panico, fobie, disturbi di personalità, disturbi del comportamento alimentare, disfunzioni sessuali, problemi relazionali, mediazione familiare, dipendenza affettiva, disturbi specifici dell’apprendimento, valutazione psicodiagnostica delle demenze, consulenze tecniche di parte nelle cause civili e penali. Riceve dal lunedì al sabato negli studi di Napoli in via Belvedere e di Sant’Antimo (NA) in via Saragat. https://www.facebook.com/Dominga-Verrone-Psicologa-Psicoterapeuta-2006202949647763/