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Datemi un numero!

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Datemi un numero!


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Lezione numero Sette

Ti ho inviato uno scritto su Messenger ma non hai risposto, eppure ho visto che eri online! Ti ho mandato un messaggio su WhatsApp ma mi hai risposto solo il giorno dopo, eppure eri in linea!
Ti ho chiamato per sapere come stavi e non hai risposto, eppure eri visibilmente presente in Facebook!

Davvero vi fa paura la violazione della privacy delle multinazionali?

In fondo, per quelle, siete solo un numero, un potenziale cliente e, se siete bene allertati, potete trattenervi dal comprare questo o quello evitando di farvi soggiogare dalla tempesta di immagini che scorrono sui vostri schermi.

Ma come potrete difendervi dalle persone “care o meno care” che, a causa della vostra reperibilità dovuta ai cellulari, vi metteranno, per l’ennesima volta, nella condizione di inventare un sacco di scuse in modo da poter giustificare la vostra riluttanza a rispondere a tutti, sempre e comunque?

Come sottrarvi, senza bugie, a tutta quella sorveglianza invadente che vi perseguita?

Riuscite ad essere così liberi tanto da dire:

Ero online, e allora? Sarò pure libero di rispondere o non rispondere quando posso, quando ne ho voglia o, comunque, quando mi pare e piace? O te la devi per forza prendere se non sono immediatamente al tuo servizio?

La settima ed ultima patologia da cellulare che stiamo per affrontare è la perdita della libertà, ma non quella scontata, riferita al fatto che siamo ormai nel mirino della globalizzazione industriale e politica, bensì quella che, forse, causa ancor più frustrazione, perché in tali occasioni vorreste essere solo un numero anche per gli amici, i familiari, i conoscenti se non addirittura per le persone cosiddette più care, ma non potete diventar loro ignoti.

Avevi il cellulare spento, perché mai? Eri per caso in silenzioso? E perché? Eri con qualcuno?

Che sia in “on” oppure in “off” il cellulare non vi dà tregua né scampo, poiché chi non sa più attendere, aspettare con pazienza, avrà sempre una critica, inconscia, conscia, velata, espressa o non espressa, in qualunque modalità voi vi troviate.

Non avrete tempo nemmeno di elaborare risposte e giustificazioni, se vi sorprenderanno quando meno ve lo aspettavate e, l’unica salvezza, diventa una bugia che possa salvarvi dalla permalosità dell’interlocutore.

Ti ho mandato gli auguri per Natale ma non mi hai risposto, ho saputo invece che hai risposto a Franceschina, ce l’hai con me?

Non sapete più come sfuggire al controllo e vi sentite oppressi?

È una buona occasione per capire chi rispetta i vostri spazi, la vostra libertà, la vostra intimità, ma sarà dura poiché, molti, non potranno accettare che avete bisogno del vostro tempo, della vostra solitudine, di un po’ di respiro.

Quanti di noi hanno il coraggio di parlare chiaro, veracemente, senza il timore di ferire, e quanti invece restano imbrigliati nella propria incapacità di dire apertamente ciò che pensano?

Seppure per altre circostanze, in relazione a cerimonie, riti, festeggiamenti, compleanni, anniversari e ricorrenze di ogni tipo, il filosofo francese Michel de Montaigne prese il toro per le corna:

In casa mia abolisco ogni cerimonia. Qualcuno se ne offende, che posso farci? È meglio che offenda lui per una volta, piuttosto che offender me tutti i giorni; sarebbe una continua soggezione!

Così è se vi pare signori miei; se non avremo il coraggio di offendere, baratteremo la nostra libertà con una scatola elettronica e lo scambio, a dirla tutta, mi par davvero poco equo!

Siate chiari con tutti da subito, già da prima di memorizzare un inter-scambievole contatto, o farete molta fatica a giustificare un vostro silenzio, quando sarà troppo tardi, e avrete ormai innescato il piacere che procura agli altri, il vostro essere sempre pronti e disponibili all’istante.

Tratto dal Corso Naturopatia dell’Anima – Counseling Filosofico

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Autore natyan

natyan, presidente dell’Università Popolare Olistica di Monza denominata Studio Gayatri, un’associazione culturale no-profit operativa dal 1995. Appassionato di Filosofie Orientali, fin dal 1984, ha acquisito alla fonte, in India, in Thailandia e in Myanmar, con più di trenta viaggi, le sue conoscenze relative ai percorsi interiori teorici e pratici. Consulente Filosofico e Insegnante delle più svariate discipline meditative d’oriente, con adattamento alla cultura comunicativa occidentale.