Appuntamento in streaming il 30 aprile sul canale YouTube del compositore campano
Giovedì 30 aprile, ore 18:00, imperdibile appuntamento in diretta streaming con il pianista e compositore jazz Ivan Dalia che si esibirà, direttamente dal salone della madre, sul suo canale YouTube nel concerto per i (non) lavoratori in quarantena.
Geniale, acuto, dalla battuta fulminea, il talentuoso musicista campano si approccia alla musica sin da bambino, compiendo brillanti studi al Conservatorio San Pietro a Majella di Napoli in pianoforte e composizione, con ampi riscontri di pubblico e critica e numerosi premi ottenuti in Italia, Europa e Stati Uniti, e vantando importanti collaborazioni con artisti di fama internazionale, tra cui Fabrizio Bosso, Rosario Giuliani e Toots Thielemans.
La sua musica, dal carattere aggressivo, ma anche ironico e giocoso, ricerca e trova influenze provenienti sia dalla musica classica e dal jazz, ma anche dalla tradizione popolare.
Solo tra la fine dello scorso anno e i primi due mesi del nuovo ha deliziato il pubblico con significative performance all’Istituto Italiano di Cultura di New York, al Politeama di Catanzaro e, insieme al cantante Luca De Lorenzo, si è esibito con successo al Teatro Posillipo e alla Sala Assoli di Napoli in ‘A ciascuno il duo’, suggestivo spettacolo sul quale lo abbiamo intervistato sempre da questa stessa testata.
Continuamente a caccia di stimoli che possano rinvigorire il suo percorso artistico, stavolta ha deciso di scendere in campo, seppur metaforicamente, a difesa di:
Una grande categoria, quella dei non lavoratori, ultimamente anche in crescita, come la fame. Fame d’amore, di carne, di mare, di volti nuovi: fame di musica.
Una lunga e proficua telefonata la nostra in cui racconta, tra simpatiche gag intervallate a considerazioni profonde, come questo momento di forzato immobilismo lo abbia portato a concentrarsi sulla comunicazione virtuale che confessa di non amare particolarmente, definendosi, con l’autoironia che solo le persone davvero di spessore possono avere, tecnologicamente imbranatissimo.
Ivan come stai vivendo questa segregazione in piena pandemia?
Come tutti, sono chiuso in quarantena, ma sono molto fortunato, sono nella casa dei miei genitori a Teverola, in provincia di Caserta, sembra di stare in un ristorante stellato che non chiude mai! Un’abitazione abbastanza grande con un bel cortile in cui passeggiamo, in modo frenetico, al limite del comico, l’uno dietro l’altro.
Ho a disposizione uno spazio tutto mio, uno scantinato adattato secondo le mie esigenze, dove suono, dormo e mi rilasso, per cui riesco, in qualche modo, a gestire questa reclusione.
Soprattutto noi del Sud, complice anche il clima, siamo abituati a stare sempre in strada, quindi avvertiamo questi domiciliari come una punizione atroce, seppur doverosa.
La prima cosa che farò appena “ci libereranno” sarà un giro a Mergellina, chissà quanto sarà pulito ora il mare… in tutto questo, almeno, la Natura si sta riappropriando di se stessa!
Come hai avuto l’idea del concerto in streaming?
Tanti, e non solo in campo artistico, non stanno lavorando e, di conseguenza, sono alle prese con serie difficoltà economiche. Si tratta anche di una provocazione, in quanto i disoccupati ci sono sempre stati, chi non aveva un impiego prima, ora non è agevolato, eppure la grinta non manca, anche se ogni tanto vacilla. È soprattutto un modo per stare insieme, passare il tempo a confrontarsi, cercare di eliminare, anche se solo in minima parte, quest’ansia che proviamo, dare un messaggio di forza e gioia alle persone e guardare con occhi nuovi a questo periodo.
Perché tra tante date hai scelto proprio la vigilia del primo maggio? Ulteriore provocazione?
Assolutamente sì, negli anni ci “ostiniamo” a celebrare il primo maggio come la festa dei lavoratori, ma che senso ha, soprattutto con un’epidemia in atto? In quanti stanno veramente lavorando? In quanti riprenderanno a lavorare, quando tutto questo sarà solo un brutto ricordo?
Torniamo alla tua fame di Cultura…
Sono affamato di Cultura, che significa anche condivisione, dialogo, auto-ossigenarsi con lo scambio di esperienze, non stare arroccati come fanno il classico topo da biblioteca o l’intellettuale esiliato dalla vita vera.
È stranissimo per me tenere concerti senza pubblico intorno, probabilmente ci saranno addirittura più spettatori di quelli che potrei avere in sala, dato che basta collegarsi online, da qualsiasi angolo della casa, senza doversi preoccupare di prenotare il biglietto, di cosa indossare, di recarsi nel luogo dello spettacolo per assistervi.Ritengo indispensabile il contatto “fisico”, già viviamo in un mondo governato da “individualismo cronico”, il nostro stile di vita degli ultimi vent’anni, ora tutto è ancor più esasperato. Ecco perché ho deciso di chattare durante l’evento in streaming, perché voglio “sentire” le persone, avvolgerle e farmi avvolgere dal loro calore. Insomma, voglio dare e prendere un po’ di medicina naturale per l’angoscia momentanea, che è destinata a finire presto. Tutto sommato, mal comune mezzo gaudio!
Hai già in mente il repertorio o improvviserai?
Sicuramente eseguirò le colonne sonore dei più celebri film di Fellini, dato che mi piace moltissimo il compositore a cui si affidava, Nino Rota, musicalmente molto intelligente e cromatico. Amo molto anche Ennio Morricone, ma in un altro senso, sa toccare il sentimento. Inutile scendere in tecnicismi, pensiamo alla magia del suono e basta.
Il mio pubblico, purtroppo, rimane sempre un po’ di élite, ancora non sono riuscito a trovare gli strumenti giusti per arrivare a tutti come vorrei, perché so che la realtà è nella gente, nel popolo. L’importante è non svendersi: chella è a chiave ‘e ll’acqua, come si dice a Napoli. È sempre difficile trovare un punto di incontro, ma ci riuscirò, anche perché natu mestiere nun ‘o pozze fa’.
Non mancheranno, di certo, canzoni di Pino Daniele, che era appunto uno del popolo e sapeva bene quali corde toccare per appassionare, con grande poesia, musicalità e maestria. È stato uno dei pochi a trovare quel compromesso di cui parlavo prima, ma ci è riuscito fino ad un certo punto.
Poi sa raccontare. Se si presta attenzione ai suoi testi, si nota come ci sia sempre, in ognuno, un evento della vita dell’essere umano, un detto tramandato in famiglia, un’emozione che tutti abbiamo provato, che si tratti di gioia o tormento. Nelle sue canzoni c’è sempre verità, almeno mi riferisco alla fase artistica in cui è stato Pinuccio e non a quella in cui si è trasformato in Giuseppe Daniele… Per noi napoletani, è e resta Pino!
Come gestirai questo concerto, considerando che giochi sul fatto di non avere un buon rapporto con la tecnologia, anche se sappiamo che, in realtà, non è così?
Con l’aiuto di molte persone, in special modo la mia famiglia, gli amici vicini e quelli che ho all’estero, da tempo sto cercando di capire come funziona questa benedetta tecnologia su cui mi cimento non da adolescente, quando pensavo solo a suonare, ma da qualche anno.
La mia cecità rende tutto un po’ più complicato, dato che il web e le piattaforme online sono basate sul visivo, ma direi che man mano sto imparando; prima o poi ce la farò. Immagina se tutta quest’assurdità fosse successa solo trent’anni fa, cosa avremmo fatto in casa per due mesi senza Internet?
E mentre eri in procinto di tornare negli States c’è stato il divieto di mobilità…
Eh! Ho ricevuto il visto lavorativo per l’America il 4 marzo, ma, per via del Covid-19, i miei programmi sono ovviamente sospesi e non so se e quando potranno ripartire.
Dovevo andare a New York, dove, tra l’altro, ho lasciato un pezzo di cuore…
Ne parleremo quando la situazione si sbloccherà, speriamo il prima possibile.
Una fase di profonde trasformazioni anche interiori questa, in cui si coglie un senso diverso dell’esistenza; a te quali riflessioni ha suggerito?
Sto affrontando un periodo personale particolarmente difficile, la quarantena mi è servita a capire che non devo abbattermi e piangermi addosso, ma scuotermi, reagire, con tutta la forza possibile, per cui, per tenermi impegnato, mi sono prefissato ogni giorno un obiettivo. Non ti dico gli sfottò di parenti e amici che si chiedono da dove venga tutta questa mia smania e chi me lo faccia fare…
Credo che soprattutto noi italiani, molto dormienti e troppo pazienti, dobbiamo iniziare ad interrogarci, smuovere tutto questo silenzio, riacquistare coscienza civica e politica, smettere di subire determinate situazioni che ci vengono imposte dall’alto, ed avere un sano spirito critico verso la società, altrimenti il Paese andrà definitivamente alla deriva.
Da scettico, mi rendo conto che non siamo nemmeno più capaci di distinguere quale sia la verità, se quella che ci viene propinata, o se, scavando, ci sia dell’altro. Stiamo perdendo la stima di noi stessi, come esseri umani, non crediamo nello Stato e nel potere e, quindi, l’unica soluzione è svegliarci, ragionare ed essere propositivi, agendo sempre in modo giusto.
Il 4 maggio per noi italiani sarà una data molto importante, come se fosse un traguardo, saremo tutti più liberi, ma più consapevoli ed attenti. Vince chi insiste, quindi insistiamo tutti e speriamo bene.
Nel frattempo, mi raccomando, vi aspetto in streaming il 30 aprile. Non mancate!
Autore Lorenza Iuliano
Lorenza Iuliano, vicedirettore ExPartibus, giornalista pubblicista, linguista, politologa, web master, esperta di comunicazione e SEO.