Nessuno può sapere, se non dopo una notte di patimenti, quanto dolce e prezioso al cuore e agli occhi possa essere il mattino.
Bram Stoker – Dracula
Pare che il Covid-19, a meno di smentite future, sia derivato per zoonosi da una sciagurata catena di arrembaggio tra pipistrello e uomo. Al di là della verità scientifica su cui non potrei aggiungere, per incompetenza, molto di più, mi colpisce l’accostamento tra quest’ondata di soffocante orrore sanitario e il tenebroso chirottero, da sempre accostato al mito del Vampiro.
Il pipistrello sta a Dracula come il cane domestico sta all’uomo. La luna piena, le brume notturne, la Transilvania, i Carpazi. Il terrore di un attacco improvviso e strisciante del nos-feratu (non morto) che ci spinge a serrarci in casa. Con trecce d’aglio appese (curiosamente, un antivirale naturale) e crocefissi ovunque (la fede, la speranza), pronti per essere sguainati in caso di necessità.
Ma chi è Dracula, il Vampiro per eccellenza?
Così lo descrive Bram Stoker:
Un nosferatu non muore come ape dopo che ha punto. Diviene solo più forte, e così più forte, ha ancora più potere per operare male.
Questo vampiro che è tra noi ha, da solo, la stessa forza fisica di venti uomini. Sua astuzia è più che mortale perché sua astuzia cresce con passare di anni.
Ha ancora aiuto di necromanzia, che è, come sua etimologia dice, la divinazione per mezzo di morti, e tutti i morti che lui può avvicinare sono a suo comando.
È bestiale, anzi più che bestiale! È demonio insensibile, senza cuore. Entro certi limiti può apparire quando e dove vuole e in una qualsiasi di sue forme.
È anche in grado di dirigere gli elementi in sua zona di influenza: la tempesta, la nebbia, il tuono.
Ha il dominio di tutti gli esseri più bassi: il topo, la civetta e il pipistrello e poi la falena e la volpe e il lupo; può crescere e diventare piccolo; a volte può sparire e diventare invisibile.
L’antico mito del Vampiro, magistralmente narrato da Stoker, è una metafora archetipica tremendamente attuale soprattutto ai nostri tempi. Non solo perché è un’intrigante rappresentazione della paura del contagio pandemico del Covid-19, ma perché ci parla e quasi ci “descrive” il moderno quanto eterno demone egoico-narcisistico della sopraffazione e dello sfruttamento.
Colui che ci succhia il sangue, ci rende contemporaneamente schiavi. A livello mentale quanto corporeo. E, di conseguenza, anche economico.
Non a caso Dracula, nell’immaginario dello scrittore irlandese, è un ricco e aristocratico Conte, simbolo di un potere in avida e continua espansione.
Lo stesso Dracula, sempre nel romanzo, si reca segretamente in nave a Londra, a quei tempi capitale di un Impero che prefigura, ante litteram, l’odierno mondo globalizzato, per allargare il suo sinistro potere.
A qualcuno fa venire in mente qualcosa?
Fondi speculativi, poteri occulti, deep state, neoliberismo psicopatologico?
Ce n’è per tutti i gusti…
Autore Hermes
Sono un iniziato qualsiasi. Orgogliosamente collocato alla base della Piramide. Ogni tanto mi alzo verso il vertice per sgranchirmi le gambe. E mi vengono in mente delle riflessioni, delle meditazioni, dei pensieri che poi fermo sul foglio.