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Coronavirus: iniziative di Mohammed VI per fermare il virus in Marocco

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Mohammed VI


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Fondo dedicato, chiusura moschee e rimpatrio studenti dalla Cina

Il re del Marocco, Mohammed VI, ha deciso di porre in essere una serie di iniziative per fermare la diffusione del Coronavirus nel suo Paese e al contempo per alleviare le sofferenze della popolazione colpite dalla pandemia che sta interessando ormai tutto il mondo.

L’ultima iniziativa messa in campo è quella di chiudere i luoghi di culto del Marocco e in particolare le moschee per impedire che si verifichino momenti di aggregazione. In risposta alla richiesta di una Fatwa inviata dal re in qualità del clero religioso del Paese, il Consiglio Superiore degli Ulema, l’organismo scientifico responsabile dei verdetti religiosi in Marocco, ha raccomandato la chiusura temporanea delle moschee per le cinque preghiere e quella di venerdì di lunedì 16 marzo 2020. Lo si legge in una nota diffusa alla stampa.

In risposta alla richiesta di Fatwa, indirizzata al Consiglio Superiore di Ulama dal Principe dei credenti, Mohammed VI, la cui preoccupazione è riconosciuta dalla Nazione islamica, e il suo attaccamento alle case di Dio e la sua preoccupazione di aumentare il loro numero e la loro apertura ai fedeli e tenuto conto dei gravi danni causati dall’epidemia che imperversa nel mondo e tenendo conto delle linee guida emanate dalle parti competenti, incluso il Ministero della Salute al fine di garantire la prevenzione contro il virus chiudendo luoghi pubblici e privati, raccomandiamo di chiudere le moschee per le cinque preghiere o la preghiera del venerdì, recita la Fatwa.

Nei giorni scorsi Mohammed VI, ha ordinato inoltre al governo di Rabat di procedere all’immediata creazione di un fondo speciale dedicato alla gestione della pandemia del Coronavirus. Il fondo, dotato di 10 miliardi di dirham, 940 milioni di euro, sarà riservato all’assunzione delle spese di adeguamento del settore sanitario, in termini di infrastrutture e di mezzi supplementari da acquistare, in caso d’urgenza.

Il fondo, spiega l’agenzia di stampa ufficiale marocchina Map, servirà inoltre a sostenere l’economia nazionale attraverso una serie di misure che saranno proposte dal governo, in particolare in termini di accompagnamento dei settori vulnerabili agli shock indotti dalla crisi del coronavirus, come il turismo, nonché in materia di salvaguardia dei posti di lavoro e di attenuazione delle ripercussioni sociali di questa crisi.

Eppure già prima dell’arrivo del virus in Europa, il monarca è intervenuto per il rimpatrio dei suoi concittadini rimasti bloccati in Cina. I marocchini rimpatriati da Wuhan, in Cina, hanno poi insieme alle loro famiglie celebrato la dimissione dall’ospedale militare Mohammed V di Rabat, dove erano ricoverati per un periodo di sorveglianza medica per il Coronavirus. Dopo diversi giorni di attesa è arrivata la notizia, anticipata dal Ministero della Salute del Marocco, della fine del periodo di quarantena per i cittadini marocchini rimpatriati da Wuhan, epicentro dell’epidemia di Covid-19, accolti nell’ospedale Sidi Said di Meknes e nell’ospedale militare Mohamed V di Rabat per 20 giorni. Non è stato registrato alcun caso relativo al nuovo Coronavirus tra i cittadini marocchini rimpatriati, sottolineava l’agenzia di stampa Map.

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Autore Redazione Arabia Felix

Arabia Felix raccoglie le notizie di rilievo e di carattere politico e istituzionale e di sicurezza provenienti dal mondo arabo e dal Medio Oriente in generale, partendo dal Marocco arrivando ai Paesi del Golfo, con particolare riferimento alla regione della penisola arabica, che una volta veniva chiamata dai romani Arabia Felix e che oggi, invece, è teatro di guerra. La fonte delle notizie sono i media locali in lingua araba per dire quello che i media italiani non dicono.