Un viaggio tra psicanalisi e filosofia
Volle urgentemente un incontro con lo psicanalista e insistette molto con lui, al telefono, per avere un appuntamento.
Le ho già ripetuto più volte che è il mio giorno libero caro signore. Sono al parco a fare una passeggiata per prendere un po’ di ossigeno; se proprio è così urgente e insiste così tanto, però, e davvero non può farne a meno, mi raggiunga qui, ma per cortesia faccia in fretta!
L’impaziente paziente non esitò un attimo e raggiunse il terapeuta in men che non si dica; del resto lo seguiva con solerzia da anni e sentiva di meritare quell’appuntamento, anche se fuori dall’usuale protocollo:
Dottore, ho fallito per l’ennesima volta, non mi ama nessuno, non credo di avere un carattere così disastroso, penso piuttosto che le persone non sappiano amare, mi aiuti, faccia qualcosa!
E mentre lo diceva fumava nervosamente tenendo nell’altra mano il pacchetto di sigarette già quasi tutto consumato.
Quindi nessuno è capace di amarla, mentre lei ne sarebbe capace, è questo che intende dire?
Il paziente replicò:
Certamente dottore, sono una brava persona, ho qualche difetto come tutti ma ho anche delle buone qualità, non esiste che non si possa affezionare a me nessuno, se non fosse che sono tutti anaffettivi. Non sono io a mollare!
Ho letto un aforisma in Facebook in cui si dice che la vita è fatta di scelte e chi decide di lasciarti è perché non ha avuto il coraggio di viverti!
Continuò lo psicanalista:
Mi scusi! Certi aforismi sanno tanto di barzellette, magari chi ha scelto di lasciarti lo ha fatto, non per mancanza di coraggio, ma proprio perché gli stavi sul… non me lo faccia dire per favore… torniamo a lei… in passato, come già mi ha detto parecchie volte, ha avuto diverse storie d’amore, non è vero?
– Ma certo che sì, gliene ho già parlato, all’inizio era tutto bello ma non sono continuate, sono finite dopo poco tempo, quella che è durata di più è proseguita un anno e sette mesi!
– Suppongo che lei fumasse, durante quel periodo, o sbaglio? Ricordo male?
– Non sbaglia dottore, si ricorda perfettamente, ma questo cosa c’entra?
Lo psicanalista sorrise un po’ beffardo, ben sapendo che a breve si sarebbe creato un nemico:
Mi dica, lei accusa il mondo di non saperla amare ma, allo stesso tempo, si procura malanni da solo intossicandosi di brutto, eppure poco fa ha affermato di sapere amare, non le sembra incoerente?
Calò il silenzio nel parco. Il paziente non poteva nemmeno trovare la scusante di fumare come rimedio alla propria solitudine, poiché fumava anche quando, in passato, era in coppia e il medico lo sapeva bene.
Mi sta dicendo che sono uguale a tutti dottore? Oppure, magari, lei non fuma, quindi le dà fastidio chi fuma, non sopporta i fumatori, ce l’ha con me?!
Lo psicanalista sorrise di nuovo:
Per carità, ognuno è libero di fumare, di bere, di drogarsi, di giocare d’azzardo, di essere masochista a proprio piacimento, ci mancherebbe; quel che non capisco è come si possa accusare gli altri di non essere capaci di amarci, quando, noi per primi, non amiamo noi stessi e ci facciamo del male da soli costantemente, tutti i giorni, senza però nulla rimproverarci.
Non le sembra troppo facile condannare chi non la ama?
Non le sembra che la sua accusa derivi dal fatto di non essere capace di ammettere che sia proprio lei, come molti, che pretende di ricevere dal mondo esterno quello che nemmeno lei è in grado di dare a se stesso, con la differenza che lei si assolve e gli altri rimangono i suoi prediletti imputati?
Il paziente ribollì:
Vuole dirmi che se avessi iniziato a fumare, solo dopo essere stato lasciato, sarei nel giusto allora? Potrebbe essere sa!?
Magari non mi sono sentito amato da piccolo, e per tale ragione ho preso questo brutto vizio!
Ma il dottore non mollò affatto la presa:
Si sbaglia caro signore, sarà perché oggi è il mio giorno libero e che non ho voglia di tirarla troppo per le lunghe ma devo dirle, amaramente per lei, che le cose non cambierebbero, e sa perché? Semplicemente perché, farsi del male dopo essersi accorti di non essere amati, non è certo comunque il modo più geniale per dimostrare di essere migliore e più capace di amare degli altri.
Ovviamente lei avrà un sacco di giustificazioni per il fatto di non amarsi ma gli altri non sono autorizzati ad averne, non è così?
Si rassegni piuttosto!
Vada pure avanti ad ammalarsi da solo se proprio vuole ma, almeno, la smetta di condannare gli altri. L’hanno piantata in asso, ma di certo non la hanno obbligata, di conseguenza, a scegliere l’alternativa peggiore per dimenticare il suo dolore.Ci sono molti modi per allontanare i ricordi spiacevoli ma scegliere tra i mezzi masochistici non dimostra certo di volersi bene e di sapersi amare!
Il paziente, totalmente sorpreso dall’insolito atteggiamento del suo dottore che, fino a quel giorno, aveva sempre dimostrato comprensione, si allontanò infuriato, senza nemmeno chiedere il costo della parcella.
Di questa storia non sappiamo come andò a finire. Forse bene o forse male, chi lo sa?
Quel che sappiamo di certo è che, a volte, essere troppo delicati, per un lungo periodo di tempo, con chi si ostina a non voler comprendere, ritarda la consapevolezza e impedisce la liberazione da forti dosi di presunzione.
Inoltre, sappiamo che è del tutto inutile e incoerente accusare gli altri di non amarci, quando, nemmeno noi, siamo capaci di farlo, pur essendo per noi stessi la cosa più preziosa che possediamo.
E, per finire, sappiamo anche che, se desideriamo tutta la verità in un colpo solo, ci basterà scomodare uno psicanalista nel suo momento di meritata libertà, al di fuori dei canoni dell’obbligata professionale pazienza.
Autore natyan
natyan, presidente dell’Università Popolare Olistica di Monza denominata Studio Gayatri, un’associazione culturale no-profit operativa dal 1995. Appassionato di Filosofie Orientali, fin dal 1984, ha acquisito alla fonte, in India, in Thailandia e in Myanmar, con più di trenta viaggi, le sue conoscenze relative ai percorsi interiori teorici e pratici. Consulente Filosofico e Insegnante delle più svariate discipline meditative d’oriente, con adattamento alla cultura comunicativa occidentale.
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