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AGIS / ARTEC su chiusura dei teatri campani

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ARTEC


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‘Siamo cittadini rispettosi del bene comune che cercano di dare, come tutti, il proprio contributo al superamento di un’emergenza mondiale’

Riceviamo e pubblichiamo.

L’ufficio di Presidenza dell’ARTEC, l’associazione che in seno all’AGIS tutela il lavoro delle imprese e delle strutture teatrali della Campania, chiarisce le motivazioni alla base della chiusura e della sospensione di ogni attività del settore.

Siamo in una situazione di emergenza sanitaria mondiale. Il Governo, con il DPCM del 4 marzo 2020, ha indicato a tutti i cittadini italiani le linee guida per contrastare e contenere il diffondersi del virus Covid-19. Per questo motivo gli esercenti dei teatri della Campania associati all’ARTEC, sapendo di avere le sale già piene in prevendita con centinaia di spettatori previsti per ogni replica, hanno deciso di chiudere la propria attività.

Ci sentiamo responsabili nei confronti del pubblico, delle maestranze che concorrono allo specifico processo di lavoro previsto nei luoghi di spettacolo, e degli attori che in palcoscenico non possono mantenere la distanza di sicurezza.

Non è semplice – né indolore – il rientro improvviso delle compagnie da tournée interrotte bruscamente. Il tutto in una situazione aggravata dal fatto che l’atipicità dei contratti dei lavoratori dello spettacolo – che non prevedono CIG in deroga, disoccupazione o altri ammortizzatori sociali – non ci consentono di garantire gli attuali livelli occupazionali.

Per questo abbiamo aperto ufficialmente lo stato di crisi a cui il Presidente Vincenzo De Luca ha celermente risposto dicendo:

“In particolare, per quanto riguarda il Sistema Spettacolo siamo pronti a valutare l’adozione di specifici provvedimenti anche complementari a quelli previsti dal Governo centrale, rispetto al quale stiamo proponendo il nostro contributo alla conversione in legge del decreto legge 2 marzo 2020”.

Le richieste che abbiamo già proposto al Governo Regionale e che riteniamo urgenti riguardano il finanziamento del Fondo Unico per lo Spettacolo regionale per l’annualità 2020 con almeno 15 milioni di euro, e di portare a termine l’importante lavoro di risistemazione della legge quadro del settore, la L.R. n. 6/2007, le cui modifiche sono state già approvate dalla Giunta Regionale e inspiegabilmente non discusse e votate all’esame della VI Commissione Cultura competente in materia. Altre misure saranno proposte e discusse al tavolo tecnico che a breve sarà convocato.

Non siamo eroi, non siamo codardi, prima che esercenti, produttori, lavoratori dello spettacolo, siamo cittadini rispettosi del bene comune che cercano di dare, come tutti, il proprio contributo al superamento di un’emergenza mondiale.