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Como una Reina

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Elizabeth


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Diario di una donna che fu Regina

Dicono di me che sono una Regina ribelle; questo accade perché ho imparato nel tempo a parlare alla gente, alle persone desiderose di conoscere; a catturare l’attenzione insegnando loro a pensare e a non dare nulla per scontato di ciò che vedono, sentono, ascoltano, respirano. Eppure…

Tra me e loro io pongo un vetro: loro possono vedermi ma non toccarmi.
Elizabeth: The Golden Age

Mi hanno detto più volte di possedere uno sguardo che scandaglia l’anima di chi vi si riflette con la sua immagine; di possedere un sorriso che incanta e ammalia chi mi parla e, al contempo, ascolta il mio dire. A ognuno di loro posso semplicemente lasciare questo: ho conosciuto l’Amore, ho custodito la Vita dentro, ho intuito nuovo Amore su labbra di peccato. Il mio è un sorriso che tributa sofferenza secretata da Conoscenza Spirituale che non ha limiti, né dogmi, né alcun confine, perché non potrebbe averne. Il sorriso che tanto rimarcano nei loro discorsi vela il tormento di un’anima antica che fa esperienza umana, di generazione in generazione, in ogni punto del tempo e al di là di ogni spazio che decide di occupare. Senza la materia non potrebbe l’anima sperimentare e potenziare lo Spirito a cui appartiene; è questo il senso.

Dicono che abbia amanti in ogni luogo che frequenti; se anche volessi, non potrei sostenere il peso di una tale mole di lavoro, considerando tutto quello a cui la Vita mi chiama e mi invita a ottemperare. La Ragion di Stato che gli altri chiamano Trono rappresenta la fiamma ardente su cui le mie carni apparentemente riposano, ma che in realtà bruciano ogni qual volta la decisione è presa.

Ho mandato a morte uomini, donne, persino una regina più potente e umana di me, eppure io, vivo ancora.

Un tempo mi chiedevo se gli altri si domandassero se io avessi un cuore, dei sentimenti, o semplicemente un’anima. Nel maturare assieme ai miei anni, quella stessa domanda ha mutato forma e sostanza:

Io sono figlia, sposa e madre del mio Paese.
Elizabeth: The Golden Age

Ho amato, o sì e amo ancora: la fiamma ardente che divampa dentro di me, non si è mai assopita e resterà tale fino all’ultimo anelito della mia vita. Ho avuto gli amanti che ho voluto, ma ho amato soltanto chi ha saputo scorgere il legame sottile e invisibile esistente fra il mio cuore e la mia mente. E continuerò ad amare l’immagine di chi è entrato nella mia vita e l’ha migliorata, avvalorata, donandomi l’opportunità di conoscere me stessa e riscoprirmi. Capire chi sono, restituendomi alla mia reale identità spirituale e umana.

Dicono e hanno detto che io possieda labbra di peccato: se peccare significa donare se stessa a chi sai, sia l’unico che possa accoglierti nella propria dimensione allora sì, io ho peccato e l’ho fatto con una consapevolezza intuitiva che mi ha completamente trasfigurata, lasciando emergere la reale e attuale immagine di me.

Mi chiamano la Regina Vergine, eppure:

Assomigliare a Lei.
Elizabeth: The Golden Age

Soltanto nell’apparenza somiglio a Colei che ha guidato alla salvezza popoli, Nazioni e chiunque ascolti e riconosca la Sua chiamata. La Sua immagine attrae a sé i cuori più disperati e perversi, e sotto il Suo manto si formano eserciti di angeli neri in nome dell’Amore. Di quella infinita verginità Divina io, donna e Regina, possiedo soltanto la residuale purezza dell’amore di una madre che non fu mia madre.

La Storia mi antepone alla Spagna eppure, fu proprio un suo figlio che mi lasciò scorgere il mio ruolo di donna, in ogni senso, dicendomi:

Como una Reina.

Autore Antonio Masullo

Antonio Masullo, giornalista pubblicista, avvocato penalista ed esperto in telecomunicazioni, vive e lavora a Napoli. Autore di quattro romanzi, "Solo di passaggio", "Namastè", "Il diario di Alma" e "Shoah - La cintura del Male".