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Albert Einstein pacifista

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Il 5 aprile presentazione volume di Pietro Greco

Riceviamo e pubblichiamo.

Il fisico Cosimo Stornaiolo presenta il libro ‘Einstein aveva ragione. Mezzo secolo d’impegno per la Pace’ del giornalista scientifico Pietro Greco.

Martedì 5 aprile, ore 17, presso la sala Rari della Biblioteca Nazionale di Napoli, Palazzo Reale Piazza del Plebiscito, il pomeriggio ruota attorno la figura di Albert Einstein e al suo contributo per la pace: viene presentato il libro del giornalista e divulgatore scientifico Pietro Greco, ‘Einstein aveva ragione. Mezzo secolo d’impegno per la Pace’, (Scienza Express, 2012).

A discuterne con l’autore il fisico Cosimo Stornaiolo ricercatore dell’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare.

L’evento è organizzato in collaborazione con la Biblioteca Nazionale di Napoli e il Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo in occasione della mostra multimediale ‘Senzatomica. Trasformare lo spirito umano per un mondo libero da armi nucleari’, a Castel S. Elmo fino al 17 aprile.

“Il più grande fisico di ogni tempo, uno dei personaggi più importanti del XX secolo, Albert Einstein – scrive Pietro Greco – era pacifista. Ma non un pacifista distaccato e ingenuo, un fisico che cammina sulle nuvole della politica senza poggiare i piedi per terra, come pure qualcuno lo ha descritto. Era un pacifista militante, impegnato in prima persona e dotato di una grande e laica capacità di leggere il presente e battersi per costruire un futuro desiderabile”.

Albert Einstein ha avuto un ruolo molto importante nella storia della bomba atomica. Oltre al suo apporto come scienziato si è sempre esposto in prima persona. Nel 1939 preoccupato che i tedeschi stessero costruendo ordigni nucleari, una paura che solo dopo si rivelò falsa, scrisse al Presidente americano Roosevelt per sollecitarlo ad impegnare risorse nella ricerca sull’atomica. In qualche modo contribuì alla nascita del progetto Manhattan, programma di ricerca e sviluppo in ambito militare che portò alla creazione della bomba.

Nel 1945, sollecitato dallo scienziato polacco Szilard, comprese l’imminente possibile tragedia, cercò invano di bloccare il Progetto Manhattan e di persuadere il Governo a non usare l’arma atomica contro le popolazioni. L’appello rimase inascoltato. Da lì a poco, Roosevelt morì e il 6 agosto 1945, il presidente Truman ordinò di lanciare il primo ordigno su Hiroshima. Da allora Einstein si è impegnato per contrastare l’uso violento delle scoperte scientifiche e della bomba atomica, l’utilizzo disumano dell’energia atomica, sottolineando che un mondo senza armi nucleari è possibile.

Il pensiero di Einstein ha influenzato generazioni di pacifisti, ha sostenuto le azioni di scienziati e ha avuto influenza su molti uomini politici. Anche Michail Gorbaciov, ultimo presidente dell’URSS che si è rifatto a lui quando nel 1986 propose al Presidente degli Stati Uniti Ronald Reagan di azzerare gli arsenali atomici.

“Quando, tempo dopo – spiega Pietro Greco – fu chiesto a Gorbaciov da dove venisse quell’idea, il Presidente dell’URSS rispose: dalla lettura dei testi di Albert Einstein e dalla proposte del movimento pacifista mondiale.

A riprova che il pensiero del più grande fisico di tutti i tempi ha avuto un’influenza reale nella storia del mondo”.

La mostra Senzatomica. Trasformare lo spirito umano per un mondo libero da armi nucleari si può visitare fino al 17 aprile a Castel Sant’Elmo dalle ore 9 alle 18 (il martedì chiuso).