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Abbiamo un Destino segnato?

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Destino segnato


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Un viaggio tra Destino e Morale

Ora che ho saputo di essere letto anche da una “giovanissima filosofa” e che poi vengo analizzato e discusso, in compagnia di un’amorevole madre che ha tanto a Cuore la crescita del senso critico della propria figlia, mi sento ancor più spronato a rendere semplice ciò che è apparentemente difficile.
L’argomento di oggi è: “Destino e Morale”.

È già tutto scritto? Esiste il fato? Il nostro cammino è già segnato?

Questo non lo posso dire e non lo posso sapere, ma usando la logica posso essere certo di una cosa: “Se tutto fosse già scritto, non avrebbe senso alcuna morale”.

Per qual motivo?
Come potrei essere giudicato per qualcosa, nel bene o nel male, dal momento che il merito, o demerito, non sarebbe mio, ma di un destino già scritto che mi avrebbe condotto ad agire in un modo o nell’altro? Dove sarebbe la mia responsabilità per un’azione malvagia e dove sarebbe il mio merito per una buona azione?

Se tutto è già scritto io non posso fare diversamente da quanto scritto.
Quello che accade non accade perché io l’ho deciso, bensì perché non avrebbe potuto NON accadere.

A chi, a questo punto, mi chiede:

Ma allora è sbagliato credere nel destino?

la mia risposta è semplice ed elementare:

Un insegnante non deve sentirsi in diritto di affermare cosa sia giusto o sbagliato, perciò potrei rispondere solo se ci credo o meno, che è ben diverso dal formulare concetti assolutistici.

Un maestro che si pone al servizio della Conoscenza, per dirla con Zagrebelsky, pillolina per i più grandicelli che possono leggersi ‘Mai più senza Maestri’, non ha il compito di decidere per gli altri, bensì il triplice dovere di far conoscere, far comprendere e aiutare a giudicare da sé.

Per Montaigne la mente non è un vaso da intasare, bensì un fuoco da accendere e, per tale ragione, un’insegnante deve solo apportare legna da ardere e attizzare qualche scintilla. Il problema che si pone, semmai, consiste nel fatto che, a volte, ci sia tanta legna e anche chi organizza scintille quando, dall’altra parte, invece, manca il caminetto.

Si sa, una testa vuota, non può essere accesa da nessuno, nonostante la buona volontà di illuminarla.

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Autore natyan

natyan, presidente dell’Università Popolare Olistica di Monza denominata Studio Gayatri, un’associazione culturale no-profit operativa dal 1995. Appassionato di Filosofie Orientali, fin dal 1984, ha acquisito alla fonte, in India, in Thailandia e in Myanmar, con più di trenta viaggi, le sue conoscenze relative ai percorsi interiori teorici e pratici. Consulente Filosofico e Insegnante delle più svariate discipline meditative d’oriente, con adattamento alla cultura comunicativa occidentale.