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E un veggente mi disse

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Veggente


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Non mi sovviene adesso il tempo in cui accadde, ma rammento la sabbia gialla e porosa, su cui il mio corpo nomade era adagiato a contemplare la potenza silenziosa del mare e ad ascoltare il sussurro del vento rosso del continente bruno.

Mi trovavo da solo, avvolto dall’immenso respiro dell’Universo, in cui avevo abbandonato ogni mio pensiero, ogni mia paura, ogni mia umana passione.

Per l’ennesima volta avevo deciso di rinunciare a vivere l’esperienza di una materia spirituale che mi aveva causato dubbio, dolore e sacrificio. Immobile su questa asfittica convinzione, vidi da lontano un uomo vestito con un saio chiaro. Portava sul capo il cappuccio dell’abito che indossava; all’apparenza sembrava un monaco, un religioso, ma non lo era.

Più si avvicinava a me e maggiormente ne visualizzavo le fattezze fisiognomiche. Alto, bruno di carnagione. Sul volto una barba mal curata. Camminava a testa bassa, e non riuscivo a scorgerne chiaramente il volto e soprattutto lo sguardo.

Più avanzava, più percepivo la sua natura mistica.

I suoi piedi erano nudi, accanto a lui, senza dolersi dell’acqua di mare, un gatto chiaro, ben nutrito, con la coda alzata e gli occhi dritti su di me. Non c’era nulla di religioso in quell’uomo, ma dalla sua immagine traspariva forte e potente conoscenza spirituale.

Giunto dinanzi a me, si sedette al mio fianco; il gatto venne ad adagiarsi tra me e lui.

L’uomo si scoprì il volto e si mostrò. Aveva gli occhi scuri, non tanto grandi, ma emanavano la vivacità di una felice infanzia.

Quello che però catturò la mia attenzione di lui, fu lo sguardo; profondo e “acerbamente antico”, ma paradossalmente, il tempo e il suo fluire in quel momento non c’entravano.

Così mi guardò e disse:

Ho rispettato la tua volontà, e sono venuto.

Quale stupore nell’ascoltare la sua voce bassa ma determinata, calda e al contempo familiare. Non sapevo chi fosse, ma comprendevo la potenza del suo cuore.

Notai, nel frattempo, un simbolo al suo collo: una Rosa dei Venti, screziata di oro e cobalto.

Lui l’accarezzò e mi chiese:

Sei pronto ad ascoltare?

Un tonfo al cuore mi fece vibrare l’anima; mi sentivo a metà fra la magnificenza dello stupore e la paura della gioia. Così, non ebbi coraggio nel rispondere con il mio vibrato e infantilmente annuii.

Mi chiese di porgergli la mano sinistra e di rivolgerne il palmo; acconsentii e lo feci.

Hai impiegato il tuo tempo a ritenerti simbolicamente come il Dio Giano; il dio dai due volti: l’uno con lo sguardo rivolto verso il futuro, l’altro invece verso il passato.
Egli è privo del presente, quello che invece hai scelto tu di vivere, già nella dimensione spirituale da cui provieni.

Appartieni al mondo spirituale; sei luce in terra per ogni spirito che è legato al tuo, e questa ennesima esperienza umana, non poteva essere monca del valore assoluto della Conoscenza.

Lo guardavo, e lo guardavo ancora, perdendomi nel vortice delle sue parole che avevano aperto le finestre della mia anima.

Pose il suo indice al centro della mia mano e, indicandomi un segno inciso su di essa, mi disse ancora:

Ecco, questa è la linea della vita che ti rappresenta; questo è il simbolo della doppia testa!

Non capivo, ero smarrito nelle sue stesse parole che un attimo prima mi avevano riportato per qualche istante alla mia origine spirituale.

Poi, con determinazione e cogenza, mi disse:

Non come il Dio Giano, ma come la Linea vitale della Doppia testa tu sei. Oltre ad avere lo sguardo sul futuro e su ciò che è stato, la tua vera e reale grandezza sta nel vivere nel presente, così come avviene nella dimensione spirituale.

Ripeti a te stesso: “Io sono”, e non io ero o io sarò! Tu sei ora e adesso, qui, e stai tornando ad amare.
Gli esseri umani della Linea vitale della Doppia testa sono persone che hanno un doppio pensiero, un canone inverso che consente loro di amare in completa pienezza d’essere.

Alto è il tributo di sofferenza; alta è la ricompensa di verità rivelata che il tuo cuore lascerà migrare al tuo Spirito Originario.

E ricorda, ricorda ancora che la tua natura spirituale riversata in questa precisa esperienza umana, assorbe e supera il Principio di Dualità Universale.

Gli esseri come te, non sono dei reprobi, bensì sono creature dalla forte presenza spirituale che superano e al contempo trascendono un principio di carattere universale.

Non è nella dualità che affonda radici la tua essenza, bensì nell’Unità assoluta di un ulteriore principio universale che attraverso la “Trinità del Tempo” si disvela all’Amore. Ecco, questo sei tu oggi e adesso!

Lasciò cadere la mia mano sulla sabbia; si alzò. Il gatto riprese la sua posizione di accompagnatore, guardandomi con occhi situati a metà fra i due mondi.

Prima di andar via gli chiesi:

Tornerai mai più da me?

Prima di coprirsi il capo nel cappuccio del suo saio, mi sorrise.

Con la mano mi indicò la Rosa dei Venti che portava al collo e mi disse:

Io sono un Viaggiatore.

Andò via e scomparve nella luce del giorno. Ma lui non era soltanto un Viaggiatore del mondo, egli aveva un mandato spirituale ben preciso rivolto a me e a tanti altri miei consimili. Ecco perché io so da allora.

E un veggente mi disse.

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Autore Antonio Masullo

Antonio Masullo, giornalista pubblicista, avvocato penalista ed esperto in telecomunicazioni, vive e lavora a Napoli. Autore di quattro romanzi, "Solo di passaggio", "Namastè", "Il diario di Alma" e "Shoah - La cintura del Male".