L’accordo del 1974 resta più che mai attuale, nonostante le dichiarazioni propagandistiche dell’UDC ticinese’
Riceviamo e pubblichiamo dall’Ufficio Stampa del Consiglio Regionale della Lombardia.
Grazie ai nostri lavoratori frontalieri anche quest’anno le Province avranno a disposizione risorse essenziali per potenziare i servizi e favorire investimenti sul territorio.
Quest’anno le somme attribuite a titolo di compensazione finanziaria per il 2017 a Regione Lombardia, definite in base al numero dei residenti frontalieri, ammontano a 12 milioni, 517mila e 461,97 euro.
Tale cifra sarà distribuita tra le diverse Province di confine interessate. Si tratta di risorse fondamentali e di vitale importanza per favorire la crescita e lo sviluppo.
Lo annuncia il Presidente del Consiglio regionale della Lombardia Alessandro Fermi, che ricorda come
il ristorno fiscale nasce da un accordo tra Italia e Svizzera siglato nel 1974 e prevede che parte delle tasse pagate in Svizzera dai lavoratori frontalieri italiani ritornino agli Enti Locali, in particolare Province, Comuni e Comunità Montane. Con queste risorse le varie realtà territoriali possono mettere mano a importanti lavori infrastrutturali, di manutenzione, riqualificazione e potenziamento del trasporto pubblico locale.
Alle risorse assegnate oggi si andrà poi ad aggiungere una fetta più grande destinata direttamente ai Comuni di frontiera e ripartita dal Ministero dell’Economia e delle Finanze secondo i criteri stabiliti da Regione Lombardia.
La somma di €12.517.461,97 euro sarà ripartita tra le Province di confine nelle seguenti misure:
− Provincia di Como €4.701.944,16;
− Provincia di Lecco €79.246,25;
− Provincia di Sondrio €67.761,29;
− Provincia di Varese €7.668.510,27.
Sarà poi compito delle Province finanziare i progetti presentati dai Comuni per realizzare opere pubbliche di interesse generale volte ad agevolare i lavoratori frontalieri.
Conclude Alessandro Fermi:
L’attribuzione dei ristorni fiscali relativi al 2017 conferma la bontà dell’accordo del 1974, che resta più che mai valido e attuale, nonostante le dichiarazioni strumentali e propagandistiche dell’UDC ticinese: auspico pertanto che oltre a Regione Lombardia, anche lo Stato italiano metta in campo ogni iniziativa utile nei confronti della Confederazione Elvetica a tutela dei nostri cittadini e dei Comuni italiani per mantenere in vigore le condizioni contenute in tale accordo.