Pillole sulla comunicazione
Ma è mai possibile che si sia laureato a pieni voti alla Bocconi e che non sappia trattarci come esseri umani anziché come burattini?
È lo sfogo di una dipendente che, questa mattina, ha desiderato incontrarmi poiché incapace di contrastare il proprio datore di lavoro.
Stupisce davvero che un imprenditore ignori le regole fondamentali della comunicazione, già utilizzate da Zenone 2.500 anni or sono e ben approfondite ed insegnate da Socrate, dal quale presero il nome di “Arte della Maieutica”.
Sì, lo so, qualcuno commenterà che si tratta di PNL, ma in verità tale sistema deriva dalla Filosofia Greca, e chiunque può riscontrarlo studiando i dialoghi tra Zenone e Socrate, prima, e Socrate e i suoi discepoli, dopo.
Rispolveriamo perciò le generalizzazioni del datore di lavoro in questione:
Tu non fai mai quello che ti dico!
La dipendente va nel panico e perde la propria autostima. Se davvero fosse così ci troveremmo di fronte ad un caso assurdo. Come può non fare mai quello che le viene richiesto? Lavora in quel posto da 20 anni, sarebbe già stata licenziata dopo pochi giorni. Come facciamo, allora, a distruggere quel Mmai tanto insolente?
Gli affianchiamo una domanda:
Mai – quando esattamente?
La segretaria ha il diritto di sapere con precisione in quali occasioni non avrebbe fatto quanto ordinatole; non può impazzire rimuginando sul fatto che lei, a dire il vero, sembra di avere eseguito sempre le indicazioni del datore di lavoro. È stata giudicata. Ha diritto di avere le prove su quanto affermato.
Il più delle volte, con tale domanda, il “capo” inizia a tentennare e si aggrappa ad una o due situazioni in cui non è stato ascoltato, ma mi capite, vero, che una o due situazioni non significano Mai?
Ogni generalizzazione ha la sua contro – domanda, perciò vediamone insieme qualcun’altra:
Sbagli sempre!
Sempre – quando esattamente?
Hai confuso tutto!
Tutto – cosa esattamente?
Non mi capisce nessuno!
Nessuno – chi con precisione?
Siete tutti falsi e ipocriti!
Tutti – chi con precisione?
Ovviamente tali domande sono un buon viatico per argomentare in modo sano su qualunque questione:
Voi italiani siete tutti mafiosi!
Tutti chi, con precisione, li conosci tutti? Quanti ne conosci di mafiosi italiani e quanti non mafiosi?
Non ascolti mai quello che dico!
In che occasioni non ti ho ascoltato? Sei sicuro/a che non lo faccia mai? O ti riferisci a qualche avvenimento in particolare?
Quelli in favore dei migranti sono tutti di sinistra!
Sei sicuro di quello che dici? Se io ti presento alcuni favorevoli ai migranti che non hanno una bandiera politica sei disposto a credermi? È necessario essere di destra o di sinistra per provare compassione nei confronti dei migranti?
Nessun italiano è razzista!
Come fai a dirlo? Li conosci tutti? Io ne conosco molti che si dichiarano apertamente razzisti, sei disposto a credermi o preferisci che te li presenti?
Tu vuoi sempre avere ragione!
Sempre quando? Ti posso elencare tutte le volte che ho ammesso un mio torto, vuoi che te le ricordi?
Le generalizzazioni sono assolutistiche e spesso fumose, atte a deviare il senso logico delle cose. Saperle contrastare con domande precise e mirate aiuta a riportare tutto nella normalità.
Non esiste il tutto bianco o il tutto nero, come già scritto in altra occasione, nemmeno sul posto di lavoro, e non si deve temere di porre domande mirate poiché in ciò consiste l’arte di portare la mente su ciò che è reale.
Questo non garantisce che dall’altra parte arrivino risposte sensate, ma per lo meno saprete se esiste davvero la possibilità di argomentare in modo logico con l’intenzione di capirsi.
Come sosteneva Schopenhauer, molti discutono con l’intento di avere ragione e saranno proprio questi ultimi a non ammettere di avere esagerato nelle proprie esposizioni. Non si può asserire che a Napoli suonino tutti il mandolino a meno che non si conoscano tutti i napoletani e si sia appurato che lo sappiano suonare.
Per dirla con Talleyrand:
Le esagerazioni vengono esibite per impressionare, ma in realtà, così facendo, diventano solo insignificanti!
Autore natyan
natyan, presidente dell’Università Popolare Olistica di Monza denominata Studio Gayatri, un’associazione culturale no-profit operativa dal 1995. Appassionato di Filosofie Orientali, fin dal 1984, ha acquisito alla fonte, in India, in Thailandia e in Myanmar, con più di trenta viaggi, le sue conoscenze relative ai percorsi interiori teorici e pratici. Consulente Filosofico e Insegnante delle più svariate discipline meditative d’oriente, con adattamento alla cultura comunicativa occidentale.
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