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‘Usciti pazzi’ al Teatro Rostocco

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'Usciti pazzi'


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In scena dal 19 al 20 ottobre ad Acerra (NA)

Riceviamo e pubblichiamo.

Sabato 19 ottobre, ore 20:30, e domenica 20, ore 18:00, presso il Teatro Rostocco di Acerra (NA) andrà in scena lo spettacolo ‘Usciti pazzi’ di Antonio Scavone, con Antonio D’Avino, Laura Pagliara e Valeria Impagliazzo, costumi Federica Pirone, scene Melissa De Vincenzo, regia Niko Mucci.

In un ambiente spoglio – un tavolo, delle sedie – un marito e una moglie, Ciro e Ninetta, aspettano l’arrivo di un’ambulanza per il ricovero in una clinica di igiene mentale.
È Ninetta, la moglie di Ciro, da ricoverare: è una donna dal temperamento forte, risoluto, dispotico.

In realtà, Ninetta è bipolare, palesemente ossessiva – compulsiva, caratterialmente bisbetica e capricciosa.

Ciro è un marito apprensivo, conciliante: sopporta le recriminazioni e gli sbalzi d’umore di Ninetta – anche quelli violenti – ed asseconda la moglie con dedizione e pazienza tra malumori coniugali e insoddisfazioni quotidiane.

Ma ‘Usciti pazzi’ è anche una farsa, tragica e surreale, dominata da un’esagerazione teatrale dei toni, sulla linea di confine tra normalità e disagio. Quel confine viene per così dire scoperto dall’arrivo dell’Infermiere comandato per il ricovero di Ninetta: si presenta come un primario, un luminare ma, più semplicemente, è un imbonitore scaltro e ammaliatore.

L’Infermiere mette in mostra tutto il suo repertorio di sapiente parolaio: illustrando la qualità del servizio della clinica trova il modo di far condividere la sua storia personale, fatta di tormenti e delusioni. Tormenti e delusioni farseschi, ovviamente, tali da convincere Ninetta e Ciro di intraprendere un percorso senza ritorno.

Tra lazzi e bizzarrie, anche questa farsa dal ritmo frenetico e trascinante ha un suo sotto-testo capzioso che è quello di una “normale” alienazione, di una “normale” depressione per uno smarrimento che solo una sovraesposta comicità può smaltire o attenuare.
Si “esce pazzi” per una fragilità esistenziale ma Ciro ritrova per sé e soprattutto per l’instabile Ninetta una praticabile via di riscatto per la quale si può, pur tra travagli e amarezze, recuperare un’alternativa identità di emarginati, di infelici per così dire stabilizzati.
Antonio Scavone

Note di regia
Gli aspetti farseschi e a un tempo drammatici del quotidiano in un contesto familiare popolare quanto problematico a livello psicologico, sono al centro di questo lavoro, che si propone di illuminare ed approfondire gli aspetti comici, che ci permettono di scherzare e sorridere degli atteggiamenti e degli stati mentali, che ogni spettatore riconoscerà in qualcuno già incontrato, e forse specularmente in se stesso.

La chiave interpretativa è quella del paradosso verbale ed emozionale, quasi surreale l’ambientazione dei fatti, mentre la lunga attesa del soccorso medico è la versione lazzara delle lunghe dense attese dei testi sacri del teatro contemporaneo – Pinter, Beckett.

Ma l’arrivo della presunta salvazione salvifica il soccorso sanitario, pone i protagonisti di fronte a una scelta, che gli fa riconsiderare il senso della propria alienazione mentale, sino a trovarlo più rassicurante del mondo esterno e nel loro guscio terremotato e caotico essi troveranno la loro dimensione rassicurante, ed in grado di fargli superare la criticità della loro condizione di esauriti dalla Normalità.
Niko Mucci

Per approfondimenti si rimanda alla recensione.