Della serie Prendiamo Nota!
Era molto viziata dal padre. La mamma cercava di compensare usando un po’ di severità ma il papà, molto accondiscendente, liberava la figlia dai propri impegni e doveri.
Lui era convinto che, crescendo, per lei, tutto sarebbe andato a posto da solo, con la maturità. Diventata grande, la figlia, però, cercò nei suoi uomini solo un senso di leggerezza e di spensieratezza, dei nuovi eroi gaudenti, qualcuno che le togliesse qualsiasi forma di responsabilità e che le permettesse di continuare ad essere una bambina viziata.
Inutile dire che le sue relazioni furono alquanto problematiche perché, trovando partner simili a lei, i rapporti diventavano lascivi e non privi di rischi anche dal punto di vista psico – fisico, coltivando abitudini dannose.
Trovò la serenità quando incontrò un uomo con qualche anno in più di lei, che le fece da guida ferma e sicura e che seppe darle un indirizzo di vita più stabile ed equilibrato.
Oggi la figura del padre – padrone, grazie al cielo, va molto diminuendo ma, ahimè, il rischio è quello di scivolare all’estremo opposto. Un padre troppo permissivo è davvero molto pericoloso.
Se i suoi enormi vantaggi sono la capacità di ottenere confidenza, la leggerezza e il buonumore, l’altra faccia della medaglia è l’incapacità di essere una figura paterna forte, che sappia fare da guida e dare una direzione stabile ed equilibrata. Queste mancanze conducono ad avere comportamenti oziosi e perennemente infantili.
Di che cosa possiamo prendere nota, allora?
Un proverbio indiano così recita:
Il genitore che non sa dire no ai propri figli, li metterà nella condizione di non sapere dire no a se stessi quando verrà loro proposta ogni sorta di abitudine dannosa!
Una figlia viziata, perciò, per potersi riequilibrare, avrà bisogno di un uomo concreto, maturo, pratico e che l’aiuterà a prendere in mano la propria vita con piena responsabilità. Solo così non si metteranno al mondo altri figli dal carattere fragile e lascivo.
Occorre avere ben chiara la distinzione dei ruoli nella coppia. Se è vero che una madre ha il compito di elargire affetto e conforto, è altrettanto vero che il padre ha come “missione” il fornire la parte aggiuntiva, cioè il senso del dovere e delle responsabilità.
Ciò non significa che un uomo non debba essere affettuoso o consolatorio, ma è chiaro che non possa fare l’amicone che perdona tutto, se non desidera che la figlia cresca senza una propria “spina dorsale” che la possa rendere autosufficiente e indipendente.
Una figlia deve imparare a dire no a se stessa quando i suoi sì potrebbero diventare molto nocivi per la propria salute fisica e mentale.
So bene che il quadro è sintetico e ristretto, ma spero di avere fornito uno spunto su cui riflettere.
Autore natyan
natyan, presidente dell’Università Popolare Olistica di Monza denominata Studio Gayatri, un’associazione culturale no-profit operativa dal 1995. Appassionato di Filosofie Orientali, fin dal 1984, ha acquisito alla fonte, in India, in Thailandia e in Myanmar, con più di trenta viaggi, le sue conoscenze relative ai percorsi interiori teorici e pratici. Consulente Filosofico e Insegnante delle più svariate discipline meditative d’oriente, con adattamento alla cultura comunicativa occidentale.
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