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Splendore, di Margaret Mazzantini

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Titolo: Splendore
Autore: Margaret Mazzantini
Editore: Mondadori
Collana: Scrittori Italiani e stranieri
Prezzo: € 17

Margaret Mazzantini, scrittrice, drammaturga e attrice italiana. Figlia dello scrittore Carlo Mazzantini e della nota pittrice irlandese Anne Donnelly, si diploma presso l’Accademia Nazionale d’Arte Drammatica all’inizio degli anni Ottanta.
margaret-mazzantiniSuccessivamente si esibisce come attrice di teatro, cinema e televisione, ma è conosciuta soprattutto come scrittrice; ha infatti esordito in letteratura con ‘Il catino di zinco’ (Marsilio Editori, 1994), vincitore del Premio Campiello e del Premio Opera Prima Rapallo-Carige. Con ‘Non ti muovere’ (Mondadori 2002) ha vinto il Premio Strega. Nel 2008 la Mazzantini è ritornata nelle librerie con il romanzo ‘Venuto al mondo’. Del 2011 è ‘Nessuno si salva da solo’ (Mondadori). Del 2011 è ‘Mare al mattino’ (Einaudi); del 2013 è un altro romanzo edito da Mondadori, ‘Splendore’.

I protagonisti di Splendore’, Guido e Costantino, si conoscono da bambini. Guido è ricco ma abbandonato a se stesso dalla famiglia moralmente assente, Costantino è povero, figlio del portiere. Tra i due nasce una relazione tormentata che li accompagnerà fino all’età adulta ed oltre.
Siamo negli anni ‘60 ed una relazione omosessuale è inaccettabile. Entrambi si costruiscono una vita ‘normale’ con una famiglia, continuando ad avere a sprazzi un rapporto segreto per tutti.
Relazione non accettata mai da Costantino che vive la sua omosessualità come una malattia, un qualcosa di brutto e violento di cui vergognarsi. Guido la vive più serenamente, ma subisce il modo di viverla dell’amico-amante.
Fino all’epilogo che non racconterò che stravolge la vita di entrambi.

In questo romanzo la Mazzantini è a tratti cruda e crudele, racconta il bello e soprattutto il brutto di questa relazione proibita. Molti l’hanno accusata di narrare la storia con sentimenti omofobi, ma per me ha semplicemente descritto una storia d’amore tormentato; non dimentichiamo che il tutto è ambientato negli anni ‘60.
A me ha commosso, fatto piangere ed a tratti anche arrabbiare.

L’autrice ha il grande merito, in tutti i suoi libri che ho letto, di farti entrare completamente nella storia ed anche stavolta ci è riuscita completamente: eri là a vivere il loro travagliato amore.

Trama
“Avremo mai il coraggio di essere noi stessi?” si chiedono i protagonisti di questo romanzo. Due ragazzi, due uomini, due destini. Uno eclettico e inquieto, l’altro sofferto e carnale. Un’identità frammentata da ricomporre come le tessere di un mosaico lanciato nel vuoto. Un legame assoluto che s’impone, violento e creativo, insieme al sollevarsi della propria natura. Un filo d’acciaio teso sul precipizio di un’intera esistenza. I due protagonisti si allontanano, crescono geograficamente distanti, stabiliscono nuovi legami, ma il bisogno dell’altro resiste in quel primitivo abbandono che li riporta a se stessi. Nel luogo dove hanno imparato l’amore. Un luogo fragile e virile, tragico come il rifiuto, ambizioso come il desiderio.
L’iniziazione sentimentale di Guido e Costantino attraversa le stagioni della vita: l’infanzia, l’adolescenza, il ratto dell’età adulta.
Mettono a repentaglio tutto, ogni altro affetto, ogni sicurezza conquistata, la stessa incolumità personale. Ogni fase della vita rende più struggente la nostalgia per l’età dello splendore che i due protagonisti, guerrieri con la lancia spezzata, attraversano insieme.
Un romanzo che cambia forma come cambia forma l’amore.
Un viaggio attraverso i molti modi della letteratura, un caleidoscopio di suggestioni che attraversa l’archeologia e la contemporaneità.
E alla fine sappiamo che ognuno di noi può essere soltanto quello che è. E che il vero splendore è la nostra singola, sofferta, diversità.

Autore Elisa Santucci

Divoratrice di libri e sperimentatrice culinaria.