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Genere, target e sperimentazione

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Genere, target e sperimentazione


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Una fra le domande più ricorrenti che gli studenti mi porgono durante i corsi riguarda il genere del romanzo che intendono scrivere. In questa lezione affronteremo la questione provando a dare delle risposte ai tuoi eventuali dubbi.

Prima di tutto però vorrei esaminare con te un altro aspetto ancora più importante: il target. Su questo argomento gli aspiranti scrittori – e forse anche qualche scrittore pubblicato – hanno idee confuse, ed è per questo che ritengo tale concetto prioritario rispetto al genere. Target, come saprai di sicuro, in inglese significa “obiettivo”.
Possiamo affermare che il target di un libro sia il pubblico di riferimento, l’obiettivo cui l’autore mira, la fetta di lettori che acquisterà e apprezzerà la sua storia.

Una delle prime domande che un autore deve porsi è: a chi si rivolge il mio libro? Identificare il proprio target è fondamentale e deve essere una scelta consapevole.
Non puoi pensare che la storia che ti accingi a scrivere possa piacere a tutti – uomini, donne, bambini, anziani, ecc. Quando scegli il tuo target, escludi quasi sempre alcuni lettori.

Qualche esempio. ‘Cinquanta sfumature di grigio’ potrebbe mai essere letto da un bambino? Certo che no. Questo titolo è diventato un best-seller soprattutto perché ha avuto un’ampia diffusione nell’universo femminile, ma conosco qualche maschietto che non l’ha disdegnato. Le avventure di ‘Geronimo Stilton’, viceversa, sono rivolti ai lettori più piccini, diciamo per la fascia d’età 10 – 12 anni e dubito possa interessare a un adulto.

Naturalmente ci sono libri che si rivolgono un po’ a tutti. Pensiamo alla saga di ‘Harry Potter’, ad esempio, o ai romanzi di Ammaniti e Baricco per citare alcuni fra i più noti autori italiani contemporanei. In questi casi il target è ampio, sono opere che si rivolgono a un pubblico generalista. Si parla a tal proposito di mainstream. Spesso anzi si considera il mainstream un genere a sé… io resto dell’avviso che se una storia è concepita perché possa interessare a tutti – cioè al grande pubblico, a prescindere dal genere – allora è sì mainstream.

Ma attenzione. Un autore emergente deve ponderare bene la scelta del target, perché è vero che un romanzo mainstream possiede le potenzialità di raggiungere un bacino d’utenza più vasto, però tutti scrivono mainstream e se non sei Fabio Volo o Alessandro D’Avenia – o se non pubblichi con i soliti noti: Mondadori, Einaudi, Sellerio, ecc. – le tue possibilità di farti leggere sono ridotte all’osso.

Viceversa è molto più saggio individuare una nicchia di mercato, uno zoccolo duro di aficionados e rivolgersi soprattutto a loro. È quello il tuo target di riferimento. Oppure la nicchia te la crei tu, se sei fortunato. Lo so, è freddo parlare di queste cose, ma nella vita servono anche strategia e progettualità. La prima cosa che devi considerare è chi sia il tuo lettore tipo. Di cosa parlerà la tua storia? Se, ipotesi, scrivi di zombie che si cibano di carne umana hai fatto la tua scelta, ma poi non lamentarti se non tutti gradiranno questa tipologia di romanzo.

Cominciamo adesso a parlare di generi letterari. In letteratura una prima, macroscopica distinzione ad alto livello può essere questa:

  • Poesia;
  • Prosa;
  • Teatro.

Ciascuno di questi macroambiti a sua volta può essere scisso in sottocategorie.
Ad esempio la poesia comprende l’epica, l’elegia, ecc; la prosa il saggio, la narrativa e via dicendo; il teatro può essere drammatico, commedia, tragedia, ecc.

Per ovvi motivi ci soffermiamo sulla prosa e in particolare sul filone narrativo. Qui i generi sono a centinaia e per riepilogarli tutti non basterebbe un intero manuale. A complicare il tutto c’è il fatto che molti generi includono diversi sottogeneri e, come se non bastasse, ci sono gli ibridi e le contaminazioni di genere.

Facciamo qualche esempio per chiarire le idee. Esistono i romanzi d’avventura, tanto per dirne una, ma in questo calderone sono compresi l’avventura per ragazzi, es. ‘L’isola del tesoro‘ e per adulti, es. ‘Moby Dick‘. Rientrano invece nel genere fantastico il Fantasy, pensa a ‘Il signore degli anelli‘, la letteratura fantascientifica, ‘La guerra dei mondi‘, o il romanzo distopico, ‘1984‘.

Ancora più cicciotto il genere giallo: troviamo il poliziesco classico, pensa ai romanzi di Agatha Christie; il thriller, Dan Brown; la detective story o romanzo deduttivo, Doyle e il suo ciclo di ‘Sherlock Holmes‘; il noir, ad esempio, i romanzi di Donato Carrisi, e molti altri sottogeneri minori, spy story, hardboiled, pulp, ecc..

Piccola nota a margine: il termine “Giallo” esiste solo in Italia e deve il suo nome alle copertine dei Gialli Mondadori. Altrove si parla di detective story o, più semplicemente, di poliziesco.

Altri generi assai diffusi sono l’horror, che comprende, fra gli altri, il gothic novel – pensa a ‘Frankenstein‘; la letteratura rosa, suddivisa in romanzi erotici, per adulti, ecc.; il romanzo di formazione, il romanzo epistolare, la letteratura utopica, il romanzo western, quello psicologico e chi più ne ha più ne metta.

Non è così importante conoscerli tutti, anzi penso sia impossibile. Ciò che importa è riuscire a individuare un genere primario nel quale intendi specializzarti. Di solito, questo coincide con il tuo genere preferito come lettore. Nulla vieta comunque di sperimentare più generi e cimentarti su nuove strade, differenti da quelle in cui ti muovi con maggior sicurezza.

Un conto comunque è “saltare” da un genere all’altro a piè pari, un altro mescolare più generi in un unico lavoro. Ed è proprio qui la vera sperimentazione. Un esempio per tutti: ‘Jurassic Park’ di Michael Crichton. Che libro è, possiamo inquadrarlo in un unico genere? Direi proprio di no. Di base è un thriller, ma c’è l’avventura, l’horror, il noir con le sue “scene” molto crude; è anche una storia d’amore e ci sono elementi fantascientifici, riportare in vita i dinosauri. Crichton era un contaminatore, visto? Inoltre il suo background di medico gli ha consentito di rendere credibile l’intero apparato della trama, grazie alla sua conoscenza del DNA e dell’’etologia animale.

Concludiamo allora dicendo che scrivere un buon libro è come cucinare: hai piena libertà di scelta degli ingredienti, ma devi saperli accostare bene, se decidi di sperimentare, perché il risultato finale dev’essere un piatto omogeneo. Va bene mescolare, ma se non c’è una salsa che leghi il tutto può succedere che da un lato ci sia la carne, dall’altro il pesce, da un altro ancora i piselli e le patate, e alla fine non si capisce cosa hai servito a tavola. E che cos’è questa salsa? È come il filo di Arianna che ti permette di trovare l’uscita dal labirinto. Il lettore lo puoi stupire con effetti speciali a volontà, ma deve sapere sempre cosa stia leggendo.

Scusa l’autoreferenzialità, è solo per chiarire meglio l’idea e prendere un esempio concreto per rendere l’importanza di soffermarsi sulla scelta del genere e del target.
Il mio secondo romanzo, Serial Kinder, è un libro sperimentale: ci sono i vecchietti e altri personaggi grotteschi dai soprannomi improbabili, si ride, ci sono momenti di tenerezza e di suspense. Ma prima di tutto ha un genere, thriller, e un target, pubblico adulto, ben definiti, perché ho deciso così, è stata la mia scelta consapevole.

Invece nel mio terzo romanzo, ‘Ci siete mai stati a quel paese?’, ho deciso di eliminare l’elemento noir. Sono rimasti il fattore investigativo e l’ironia di fondo. Perché ho eliminato le scene crude di morti ammazzati, se mi piace scrivere quel genere di storie? Per un discorso utilitaristico. Dato che come scrittore funziono, ho pensato di ampliare il mio raggio d’azione e farmi leggere anche da ragazzi o adulti che non amino il thriller. Anche questa è stata una scelta presa con cognizione di causa, progettata a tavolino.

Molto bene. Questa lezione è stata più una chiacchierata che altro e spero ti abbia tolto dubbi e curiosità, mostrandoti al tempo stesso un lato meno “romantico” e più pragmatico dell’attività editoriale.

Autore William Silvestri

Autore, formatore e direttore editoriale di Argento Vivo Edizioni. Prima di entrare nel mondo dell'editoria ha pubblicato i romanzi 'Divina Mente', 2011, 'Serial Kinder', 2015, e 'Ci siete mai stati a quel paese?', 2017, 'Io e la mia scimmia', 2019, oltre al saggio esoterico 'Chi ha paura del Serpente?', 2015.