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Cave, per il TAR Toscana corretta l’interpretazione della Regione

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Cave


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Soddisfazione espressa dall’Assessore regionale alle cave e al territorio

Riceviamo e pubblichiamo da Agenzia Toscana Notizie.

Il Tribunale amministrativo della Toscana si è espresso, respingendolo, sul ricorso promosso da Confindustria di Massa Carrara e da varie imprese del settore contro la Regione Toscana e il Comune di Carrara contestando l’interpretazione della legislazione regionale in materia di cave.
L’Assessore regionale alle cave e al territorio ha espresso quindi soddisfazione, prendendo atto che il TAR si è espresso nel merito evidenziando la correttezza della tesi sostenuta dalle amministrazioni pubbliche e confermando che l’oggetto dell’autorizzazione allo scavo non può essere l’area in disponibilità ma il progetto di coltivazione.

Il TAR ricorda nella sentenza che il marmo delle Alpi Apuane, come la Regione ha sempre sostenuto, costituisce un unicum a livello internazionale ed il suo utilizzo non può avvenire in modo incontrollato. Allo stesso tempo si conferma che le varianti sono preventive e non è possibile ogni ipotesi di variante in sanatoria postuma.

I ricorsi vengono quindi respinti confermando le interpretazioni fornite dalla Regione Toscana nel luglio scorso in merito alle autorizzazioni dei progetti di coltivazione.

Si ricorda che, a seguito dell’interpretazione data, la stessa Regione aveva promosso la modifica della LR 35/2015 attraverso l’inserimento dell’art.58 bis, che prevede un periodo transitorio di adeguamento da parte comunale. Durante tale periodo viene esclusa la più grave sanzione della immediata decadenza dell’autorizzazione data alle imprese, al fine di garantire la salvaguardia dei livelli occupazionali.