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8 marzo, con le donne l’agricoltura campana deve guardare al futuro

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Rosario Lopa


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Lopa: ‘Non solo mimose, ma un pensiero particolare a quelle donne, colpite così duramente dai tragici avvenimenti di questi giorni’

Riceviamo e pubblichiamo.

Il Portavoce della Consulta Nazionale dell’Agricoltura, componente del Dipartimento Nazionale Agroalimentare Ambiente Agricoltura Acqua Ristorazione Servizi e Turismo del MNS già Delegato della Provincia di Napoli al settore Agricoltura, Rosario Lopa, dichiara:

È Donna l’Agricoltura campana e Nazionale.

Sono donne un terzo degli imprenditori agricoli,dell’agroalimentare e della ristorazione a tempo pieno. Circa il 30% di loro tengono le redini di grandi aziende, che contano i 20 e i 50 ettari e anche oltre.

È proprio tra di loro che si registra la percentuale più elevata di imprenditrici forti di una formazione agricola completa. Un altro 70%, soprattutto nella fascia di età più avanzata, affianca il coniuge nella conduzione dell’impresa.

La fotografia della nostra agricoltura, caratterizzata da una presenza sempre più salda ed essenziale delle donne, emerge sulle strutture delle aziende agricole in Italia. Un profilo dell’agricoltura italiana che sta evolvendo, e continuerà a farlo in futuro, anche sul fronte sociale.

Il 42% degli imprenditori infatti ha 65 anni e più e solo il 4% ha meno di 35 anni. L’attività agricola è garantita da 1,38 milioni di aziende, molte delle quali sempre più interessate alla produzione biologica. L’8 marzo è anche l’occasione per ricordare il ruolo e l’impegno delle donne in agricoltura.

La festa delle donne si festeggia con le mimose, un fiore simbolo di forza e femminilità.
Sul nostro territorio la sua produzione si aggira intorno ai 121 milioni di steli, coltivati su circa 600 ettari da 2000 imprese. Il suo aspetto delicato nasconde forza e vitalità, per questo la mimosa è simbolo di forza e femminilità. L’8 marzo, il grazioso fiore giallo che sboccia in particolare nel ponente ligure e accende di giallo i terrazzamenti che si affacciano sul Tirreno, raggiunge il clou delle vendite.

Secondo le stime, quest’anno le condizioni climatiche hanno, però, penalizzato la produzione, ma saranno comunque diversi milioni i mazzetti di mimose che saranno offerti alle italiane.

Un acquisto ambientalmente corretto perché si tratta di una coltivazione realizzata in zone collinari svantaggiate con tecniche sostenibili dal punto della salvaguardia del territorio.

La mimosa è coltivata in Italia da circa 2000 imprese su una superficie di quasi 600 ettari di terreno. La produzione annua si aggira sui 120 milioni di steli raccolti soprattutto in Liguria e destinati anche all’esportazione in Francia, Svizzera e Paesi del Nord Europa.

In Italia quasi una impresa agricola su tre è condotta da donne e negli ultimi dieci anni la loro presenza alla guida delle aziende è aumentata rispetto agli uomini.

Secondo una recente indagine, le donne impegnate in agricoltura guidano aziende di media – grande dimensione, 55% sopra i dieci ettari, sono tecnologicamente avanzate, il 70% ha introdotto nuovi macchinari, attente alle coltivazioni biologiche ed ecocompatibili, 60%, ed orientate verso produzioni più intensive, allevamento, ortofrutta e vino.

La presenza delle donne si impone con una presenza superiore alla media nell’agriturismo, 11%, nelle fattorie didattiche, 10%, nel valorizzare la biodiversità con il salvataggio di piante e animali in via di estinzione, 3%, e nella vendita diretta ai consumatori dei propri prodotti, 25%.

L’intraprendenza e la creatività delle donne quali risorse per garantire un futuro sostenibile e competitivo all’agricoltura.

La donna come simbolo di riscatto del mondo agricolo, visto non più in chiave tradizionale, ma strettamente connesso all’evoluzione culturale e tecnologica della nostra società.

Bisogna valorizzare un mondo spesso nascosto, quello dell’imprenditoria agricola e, nello specifico, l’imprenditoria femminile, unica ad essere cresciuta.

L’imprenditorialità delle donne incide, infatti, per un terzo all’interno delle aziende della regione; e, inoltre, le donne sono più sensibili alle coltivazioni biologiche ed ecocompatibili, 60%, e alle nuove tecnologie, il 70% delle imprenditrici, infatti, ha introdotto nella propria azienda nuovi macchinari.

Tra il mondo femminile e la terra c’è da sempre un rapporto atavico; la sfida sta nel trasformare questo legame ancestrale in contemporaneità, attraverso il supporto delle nuove tecnologie ma anche e soprattutto attraverso il talento e la creatività femminili. La nostra economia regionale dovrà basarsi da un lato sul terziario avanzato, dall’altro sull’agricoltura.

Nel concludere, Lopa, in occasione dell’8 marzo, ha voluto lanciare un un appello:

Non solo mimose, ma un pensiero particolare a quelle donne, colpite così duramente dai tragici avvenimenti di questi giorni.