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‘Le funi della libertà’: intervista a Michele D’Avanzo

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La canzone dedicata alla festa dei Gigli di San Paolino di Nola (NA) valorizza le differenze ed esalta l’autostima di ragazzi “speciali”

Oggi voglio raccontare la storia del desiderio realizzato di un giovane molto “speciale” grazie al suo educatore, Michele D’Avanzo, un artista “del cuore”, che fa del suo lavoro una missione: insegnare ai suoi ragazzi “speciali”, come lui ama appunto definirli, per aiutarli a ritrovare una direzione di vita.
Permette loro di costruire, con esperienze positive, la propria autostima all’interno di una società ancora carica di pregiudizi, per fare la differenza, ognuno con la propria autenticità, con il proprio “giusto tempo”, in base alle risorse individuali.

Michele D’Avanzo è un docente di sostegno dell’I.P.S.S.E.O.A. “Russo” di Cicciano (NA). Artista visivo, insieme ad altri colleghi è protagonista di percorsi ed esperienze didattiche innovative, sperimentando i diversi linguaggi dell’arte. Si tratta di sognatori che mettono al centro delle loro attività la dimensione della creatività.

Con l’ultimo progetto musicale, ‘Le funi della libertà‘, canzone dedicata alla festa dei Gigli di San Paolino di Nola (NA), sono riusciti ad unire varie forme di arti visive, musicali, canore e di prosa. Tutte le attività svolte, presenti e passate, sono dedicate ad alunni “speciali” e alla cultura dell’inclusività seguendo i principi pedagogici dell’intelligenza multipla di Gardner e delle linee guida comunitarie dell’“imparare ad imparare”, in una prospettiva che evita l’uniformità e valorizza le differenze.

'Funi della libertà'

Michele puoi parlarmi di questo progetto creato con alcuni colleghi e con la partecipazione dei tuoi allievi? Come nasce questa idea?

Il progetto nasce per Gianmarco, un ragazzo down di Nola, amante della festa dei Gigli, che aveva espresso il desiderio di vivere da protagonista il sentimento di devozione e amore verso San Paolino e la sua storia, progettando il rivestimento del giglio. Noi docenti lo abbiamo realizzato con la partecipazione al contest. La canzone ideata è la trasposizione in versi del significato delle immagini simboliche del rivestimento del giglio.

Esiste un comitato per la festa dei Gigli che ha l’esclusività sulla preparazione della solennità?

Sì, sono nove corporazioni, ognuna rappresenta un mestiere: ortolano, salumiere, bettoliere, panettiere, beccaio, calzolaio, fabbro, sarto e la barca. Il contest a cui abbiamo partecipato è un’idea del comitato Sarto 2019 per aprire la festa dei Gigli, dal 2013 bene immateriale patrimonio dell’UNESCO, alla comunità territoriale. Bandire questo concorso è stata un’idea rivoluzionaria per permettere, al di fuori del comitato, la partecipazione anche delle scuole.

La nostra è stata una duplice adesione, sia per il rivestimento del Giglio che per la canzone. I colleghi che insieme a me hanno partecipato al concorso, i docenti Ardolino Antonio, Nunziata Biagio, Mancaniello Marcella, hanno contribuito a realizzare il sogno del giovane Gianmarco D’Onofrio, nominato maestro di festa onorario.

La canzone e il video musicale saranno presentati presso la sede dell’I.P.S.S.E.O.A di Cicciano il 13 febbraio alle ore 11:00. Durante l’evento, il comitato Sarto consegnerà alla scuola la Bandiera.

Seguirà un dibattito sulla vita di Paolino, con la partecipazione, in veste di relatori, del professore Luigi Simonetti, del dottor Domenico Luongo, del sacerdote Vito Cucca e di alcuni esponenti della comunità locale religiosa e politica.

Quindi la festa ha un alto valore metaforico ed i Gigli ne sono l’espressione. Puoi spiegare il loro significato simbolico?

La festa celebra il ritorno del Santo, Ponzio Meropio Paolino, a Nola, nella prima metà del V secolo. Rientrato in città in seguito alla prigionia ad opera dei barbari, fu accolto dal popolo che gli offriva dei fiori. Esprime, quindi, un rapporto d’amore e devozione con un valore di reciprocità, unendo fede e sentimento popolare.

Il titolo del video musicale, ‘Le funi della libertà’, ha anch’esso un simbolismo intrinseco?

Le fune è un emblema a due facce, liberazione e prigionia; è il segno dell’identità e del rapporto che esiste tra il Santo ed il suo popolo. Mi spiego meglio: San Paolino era il vescovo di Nola, prima ancora era un uomo di legge, governatore convertitosi al cristianesimo dopo una dimensione umana di sofferenza determinata dalla perdita prematura del figlio. La sua spiritualità si è modificata in questa conversione, ripercorrendo le strade di Cristo e di San Francesco Infatti, cedette tutti i suoi averi in cambio della liberazione dei suoi concittadini incarcerati dai barbari.

Si racconta che quando venne catturato l’unico figlio di una vedova, Paolino, non avendo più beni da scambiare per la sua scarcerazione, offrì se stesso, la sua libertà in cambio di quella del giovane. Questo gesto di liberazione esprime la doppia faccia della fune, una che imprigiona e una che libera.

Il ricercatore dell’ENEA arch. Antonio Disi ha espresso la sua opinione sul video musicale dicendo:

“La fune è un archetipo molto interessante; ‘Funi della libertà’ sembra un ossimoro, ma non lo è. La fune può sorreggere, ma può anche limitare, frenare. Può uccidere, ma può anche salvare. Il giglio è legato, ma poi si scioglie e va. Come chiunque di noi ha una o più funi che lo stringono a qualcosa o qualcuno; lo possono sorreggere come anche limitare. Ognuno di noi si ritrova certe funi alla nascita, altre le annoda da solo, altre le scioglie e altre no. Gli alunni speciali hanno funi che altri non possiedono che li trattengono e, contemporaneamente, li proteggono. È un’immagine molto bella.

Io non sono un mistico e delle religioni leggo soprattutto il rito. Lo scioglimento delle funi da parte del Santo è la liberazione dalla paura, dall’oppressione, lotta, dolore, ma c’è una fune che, invece di essere sciolta, viene stretta sempre di più ed è quella della città, della comunità che serve a cementare il senso di appartenenza.

Nel video mi piace il passaggio tra realtà e sogno, perché dà l’idea di una visione diversa. Per cambiare il mondo c’è bisogno di percepirlo in maniera differente e noi siamo costretti a rifugiarci nel sogno per sfuggire alla routine ed ai limiti del nostro cervello che è programmato per trovare soluzioni semplici per sopravvivere. Gli alunni speciali sfuggono a questo triste meccanismo. Loro sanno vedere anche senza sognare e nel sogno, il video, loro sono i protagonisti”.

I vostri allievi hanno partecipato con grande entusiasmo al video musicale. Sono loro, quindi, gli attori principali di questa bellissima esperienza?

Abbiamo interpretato queste scene che raffigurano la condizione umana nei suoi molteplici aspetti: i sogni, la libertà, il dolore, la fratellanza, il bene. Una catena di abbracci verso la gioia della vita riconquistata, perché la vita può avere un senso quando l’amore passa attraverso la sofferenza, quello stesso dolore che ha convertito San Paolino. È la storia dei corsi e ricorsi dei valori della dimensione umana e spirituale che appartengono a tutti.

Noi proviamo a segnare dei tracciati di valori in cui ogni alunno può identificarsi e riconoscersi. Come essere umano ed educatore ritengo giusto proporre un tipo di percorso scolastico in cui la creatività possa avere un senso ed essere il fondamento stesso dell’esistenza di ognuno di noi. Superando gli stereotipi passati, delle cose fatte e rifatte, che lasciano il tempo che trovano, ogni attimo vissuto veramente può assumere un valore di eternità.

Lo scorso anno con’Sbocciano fiori speciali’ siamo stati invitati alla Biennale di Venezia, progetto ispirato al Laudato si’ di Papa Francesco, ‘La bellezza del creato’, e abbiamo ricevuto un riconoscimento.

Ulteriori successi sono giunti al Festival di Giffoni con il cortometraggio ‘La salute che si mangia’ interpretato, in parte, con “la lingua dei segni” da studenti non udenti; un occhio attento alla valorizzazione di tutti i nostri ragazzi, con le loro differenti risorse, la cui partecipazione attiva ha lanciato un messaggio di abbattimento di pregiudizi e discriminazioni su chi è nato con qualche “svantaggio” specifico in più. Ognuno ha i propri tempi, ritmi e possibilità. Ognuno fa in base a quello che può fare; ogni differenza costituisce un arricchimento per gli altri.

Quali sono le tue aspettative future per nuove iniziative educative di questo genere?

Un auspicio affinché la possibile condivisione delle esperienze personali presenti e passate possa stimolare altre menti, in altri contesti, e diventare esempio moltiplicatore di altre esperienze.
Ognuno può porre le basi per percorsi che sono unici e irripetibili esprimendo la propria dimensione personale, umana e spirituale.

Questo il mio auspicio per il futuro, il motto esistenziale:
“Ogni nuovo inizio è l’inizio di un nuovo inizio”.

Crediti video:

Contest ‘Solo per San Paolino’ Comitato Gigli di Nola Sarto 2019, con la partecipazione degli alunni dell’I.P.S.S.E.O.A “Russo” di Cicciano (NA), del dirigente scolastico, prof.ssa Carmela Napolitano – ‘Le funi della libertà’
Testo scritto dal prof. Antonio Ardolino e dal prof. Michele D’Avanzo
Musiche e arrangiamenti prof. Biagio Nunziata
Cantante prof.ssa Marcella Manganiello
Mixing e Mastering Accademia Schubert Fortunato Biagio
riprese video, montaggio e regia Michele D’Avanzo

'Funi della libertà'

Autore Maria Filomena Cirillo

Maria Filomena Cirillo, nata a San Paolo del Brasile, vive in provincia di Napoli, dopo aver abitato per anni sul lago di Como. Il suo cammino spirituale è caratterizzato dalla ricerca continua dell'essenza di ciò che si è, attraverso lo studio della filosofia vedantica, le discipline orientali di meditazione e l'incontro con i Maestri che hanno "iniziato" il suo percorso. Tra Materia e Spirito. Giornalista pubblicista, laureata in Scienze Olistiche, Master Reiki, Consulente PNF, tecniche meditative e studi di discipline orientali. Conduttrice di training autogeno e studi di autostima e ricerca interiore. Aromaterapista ed esperta di massaggio aromaterapico.