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Filosofia da strada

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Socrate


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Jules Evans, giornalista ed esperto di filosofie antiche, nel raccontare di sé, dice che la causa della sua depressione e ansia sociale non andava ricercata in istinti repressi della libido, psicanalisi di Freud, o in problemi di tipo neurologico, ma nelle convinzioni “tossiche”, che erano la causa reale della sua sofferenza.
Cosa sono queste convinzioni “tossiche”?
Le opinioni errate rispetto alla vita e alle relazioni, le abitudini, il cercare fuori da se stessi la causa dei propri problemi, il vivere di pregiudizi e il continuo timore delle giudizio altrui… e così via.

Socrate affermava che

Ognuno di noi ha la responsabilità di prendersi cura della propria anima

e possiamo quindi definire la filosofia come la via che ci conduce all’arte della psicoterapia, termine che deriva dal greco e che significa “cura della Psiche, cura dell’anima”.

Marco Tullio Cicerone, statista e filosofo romano, vissuto nel I Secolo a.C, affermava che esiste un’arte medica per l’anima, la filosofia, e che non bisogna ricercare le cause del malessere nelle malattie del corpo, ma trovare la forza dentro di sé e tirare fuori tutte le risorse per curare noi stessi.

Questo è stato l’insegnamento che Socrate, filosofo greco, cercava di impartire ai suoi cittadini, attraverso la filosofia da strada. Era considerato un “tafano”, “punzecchiatore”, perché attaccava bottone con chiunque incontrasse e sottoponeva a domande per tirare fuori dall’altro le convinzioni che aveva e il modo di concepire la vita; oggi vi sono prove scientifiche che danno ragione alle sue tesi.

La neuroscienza ha dimostrato che se cambiamo le nostre opinioni rispetto a una situazione, cambiano anche le nostre emozioni. Questo processo viene anche chiamato “rivalutazione cognitiva” e gli studiosi ne riconducono la scoperta alla filosofia greca.
La rivalutazione cognitiva è riconoscere che ciò che proviamo dipende, non tanto dalle situazioni in cui ci troviamo, ma dal significato che attribuiamo loro; quindi dai nostri pensieri che possono essere modificati per gestire gli stati emotivi.

Oggi ci sono molti metodi che insegnano, attraverso esercizi mirati, a modificare le emozioni, cambiando e rivalutando la situazione che crea disagio.

Nell’antica Grecia, l’auto-aiuto era più ambizioso di quello moderno, metteva in relazione la dimensione psicologica con quella etica, politica e cosmica; e non si esauriva su indicazioni di praticare esercizi per uno o due mesi, ma di considerare un costante esercizio per tutta la vita, uno stile di vita improntato all’ascolto del sé per trasformare il proprio “Io” e contribuire a modificare l’intera società.

Quando in una strada solitaria l’auto si arresta spontaneamente il conducente, che non è un buon meccanico, si sente perduto e darebbe qualsiasi cosa per sapere cos’è l’automobile dal punto di vista meccanico. In questo caso la perdizione è minima (…)
Ma, a volte, resta in panne la nostra vita intera, perché tutte le convinzioni fondamentali sono diventate problematiche (…).
L’uomo, allora, riscopre, sotto quel sistema di opinioni, il caos primigenio con cui è stata fatta la sostanza più autentica della nostra vita. Incomincia a sentirsi assolutamente naufrago; di qui l’assoluta necessità di salvarsi, di costruire un essere più sicuro. Allora si ritorna alla filosofia.
Ortega y Gasset

Come si potrebbe oggi praticare una filosofia di auto-aiuto? E dove?
Una risposta potrebbe essere quella di riportare la Filosofia nelle strade.
In un periodo come quello attuale, in cui le piazze delle città si sono svuotate e sono state sostituite da “piazze” di centri commerciali, dove il consumismo sfrenato, insieme all’era della messaggistica, ha contribuito a rendere più “vuota” la comunicazione e la relazione con l’altro, diventerebbe una rivoluzione il ritorno alla filosofia.

Nel 1992, Marc Sautet, giovane filosofo francese, irritò i suoi colleghi accademici affermando che la filosofia si era troppo istituzionalizzata e si era slegata dagli interessi della gente comune. Per questo fondò il primo “Café philosophyque” che si riuniva la domenica mattina al Café des Phares di Parigi. Chiunque poteva partecipare, proporre argomenti, prendere parte al dialogo “socratico”.

Oggi, il movimento si è diffuso nel mondo e si contano un buon numero di caffè socratici. Accanto ad essi, in Gran Bretagna, sono sorti anche dei movimenti chiamati “Philosophy in Pubs”.

Alcune testimonianze dei frequentatori di tale movimento hanno asserito che la qualità della loro vita è migliorata, con riduzione della depressione e dello stress. Attraverso lo studio della filosofia e il confronto con altre persone, essi sono riusciti a superare il senso di alienazione, frutto di una società quale la nostra, pronta a giudicare.

Ben lungi dallo spaventarsi o sia pure dall’arrossire dell’appellativo di filosofo, tutti a questo mondo dovrebbero avere una forte infarinatura di filosofia. Tutti potrebbero trarne beneficio: è utile praticarla a ogni età, per ogni sesso, in ogni condizione; ci consola dell’altrui felicità, delle indegne preferenze, della cattiva sorte, del declino delle nostre forze o della nostra bellezza; ci arma contro la povertà, la vecchiaia, la malattia e la morte, contro gli sciocchi e i malvagi dileggiatori; ci fa vivere senza donne, o ci fa sopportare quella con cui viviamo.
Jean de La Bruyère

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Autore Maria Filomena Cirillo

Maria Filomena Cirillo, nata a San Paolo del Brasile, vive in provincia di Napoli, dopo aver abitato per anni sul lago di Como. Il suo cammino spirituale è caratterizzato dalla ricerca continua dell'essenza di ciò che si è, attraverso lo studio della filosofia vedantica, le discipline orientali di meditazione e l'incontro con i Maestri che hanno "iniziato" il suo percorso. Tra Materia e Spirito. Giornalista pubblicista, laureata in Scienze Olistiche, Master Reiki, Consulente PNF, tecniche meditative e studi di discipline orientali. Conduttrice di training autogeno e studi di autostima e ricerca interiore. Aromaterapista ed esperta di massaggio aromaterapico.