Rossi: ‘Subito un tavolo nazionale’
Riceviamo e pubblichiamo da Agenzia Toscana Notizie.
È stato un no tondo di tutte le Regioni e delle Province autonome italiane. Lo schema di decreto del Governo sulle energie rinnovabili proprio non va: per il merito delle scelte, a cominciare dal blocco degli incentivi alla geotermia, e per l’atteggiamento di totale chiusura di fronte alle ragioni espresse dalle Regioni.
Il Presidente della regione Toscana, Enrico Rossi, sintetizza così l’esito del confronto di oggi, 20 dicembre, sul decreto Fer1 in sede di Conferenza unificata.
Continua Rossi:
Ho incontrato ieri il sottosegretario e ingegnere grillino Crippa, rappresentando le motivazioni serie e forti della Toscana sulla geotermia. Nonostante abbia chiarito tutto ciò che la Regione fa per il controllo delle emissioni, per il recupero della CO2, per il ripristino paesaggistico, abbiamo ottenuto risposte generiche e una sostanziale indisponibilità ad ascoltare. Di fronte a questo atteggiamento del Governo, la risposta delle Regioni è stata oggi unanime.
Vale la pena di ricordare che il Titolo V della Costituzione attribuisce alla Regioni, come materia concorrente, la produzione, distribuzione e consumo di energia e che quindi, al di là delle specifiche competenze, il rapporto tra esecutivo nazionale e Regioni deve improntarsi ad un’ottica di fattiva collaborazione, che invece la distanza dell’attuale compagine governativa nega nei fatti.
Lo splendido risultato di questa azione del governo sarà il blocco di importanti investimenti, anche quelli che Enel mette in campo per il miglioramento ambientale, e la crisi per tante imprese dei territori della geotermia, con le inevitabili ricadute sul lavoro.
Credo che sarà necessario far sentire la nostra voce e indicare quanto prima al Governo i provvedimenti che devono essere assunti affinché lo sfruttamento dell’energia geotermica, con adeguate agevolazioni, possa contribuire alla riduzione delle fonti energetiche fossili che sono all’origine dell’inquinamento e dei cambiamenti climatici.
Per queste ragioni, per sbloccare la situazione, abbiamo chiesto l’istituzione di tavolo nazionale con il MiSE e il Ministero dell’ambiente. Aspettiamo risposte precise. Altrimenti non resterà che la mobilitazione popolare, delle forze sociali e delle istituzioni, della Regione e dei Comuni.