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7 piccole strategie per rinnovare il nostro giuramento massonico

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tempio massonico


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Quando ci sentiamo particolarmente abbattuti o indignati a causa delle solite notizie scandalistiche dedicate alla caccia o alla gogna mediatica nei confronti dei Massoni o della Massoneria, proviamo a cambiare punto di vista.

Intendiamoci, è tutto terribilmente vero: la pesca a strascico nella privacy di Fratelli o Sorelle, le polpette mediatiche gettate in pasto al leone della demagogia illiberale. Peccato che anche noi stessi facciamo spesso parte del pettegolume quotidiano e noi stessi, con i nostri comportamenti non sempre specchiati, siamo il front office, la prima interfaccia dell’organizzazione iniziatica a cui abbiamo volontariamente aderito.

Per questo oggi sento il bisogno di prendermi tutta la mia responsabilità al 100% e interrogarmi sulla motivazione che alcuni decenni fa mi spinse e che oggi ancora mi spinge, a continuare con rinnovata convinzione sulla via massonica per rinnovare il mio antico giuramento, oggi da alcune Obbedienze chiamato con termine edulcorato “promessa”, che altro non è che l’impegno solenne, assunto verso stessi, di percorrere incessantemente la via iniziatica tradizionale.

Il mio intento, attenzione, è soprattutto quello di dare una risposta a me stesso, più che di indicare agli altri le cose da fare. Ecco quindi una piccola “lista della spesa” fatta di 7 semplici memorandum che sento di stilare in condivisione con chi sente di farli propri.

1° l’iniziazione è solo un’occasione unica e irripetibile per portare indietro le lancette del proprio orologio esistenziale e darci la possibilità di una ripartenza. Ma è solo un’occasione, una mera potenzialità. Niente di più.

2° l’iniziazione non si è certo compiuta completamente con il nostro ingresso rituale, ma è un processo dinamico, operativo, oserei dire interminabile, di lotta e di recupero della nostra Coscienza Superiore sepolta sotto una montagna di incrostazioni metalliche accumulate, giorno dopo giorno, attraverso mille condizionamenti sociali e familiari, persino prenatali, karmici ma anche a causa della nostra indolenza.

Come diceva Gurdjieff:

l’uomo è una macchina, tutto ciò che fa, tutte le sue azioni, tutte le sue parole, pensieri, sentimenti, convinzioni, opinioni, abitudini, sono i risultati di influenze e impressioni esterne. Per “fare” bisogna essere”.

E ancora:

pochi esseri umani hanno un’anima. Nessuno ha un’anima, alla nascita. L’anima va acquisita. Coloro che non ci riescono muoiono: … Alcuni si danno un’anima parziale… E infine un piccolo numero riesce ad avere un’anima immortale.

3° la Massoneria, l’ho già accennato, siamo noi, la “sostanza” e l’immagine della nostra Istituzione di appartenenza deriva direttamente dalla somma dei nostri comportamenti, di base e di vertice, più o meno edificanti. Insomma, oggi più che mai non basta il titolo di “Massoni” a farci sentire parte di un’élite e garantire la DOP esoterica alla nostra condizione di cosiddetti “iniziati”.

4° anche se viviamo in tempi difficili, antiumani, nichilisti. In un territorio di sentieri che si biforcano, di specchi deformanti, di annunci ambigui, di fake news. Anche se viviamo nel Kali Yuga e ognuno di noi si sente particolarmente debole e facile preda delle influenze generate dalla propria natura inferiore, quella che genericamente si può definire “male”, ma che più opportunamente la tradizione vedica definisce come Tamas, oscurità, il più basso dei tre Gunas, per un vero iniziato questo non deve fare chissà quale differenza, né giustificare il proprio lassismo.

5° spesso lo ripetiamo come un ritornello. Nella nostra Istituzione, ma ciò vale per tutte le autentiche vie iniziatiche, non c’è posto per mercanti di carriere, infatti i giovani ci guardano un po’ perplessi e, salvo eccezioni, bussano sempre meno alle porte del Tempio. La Massoneria ci dona pochissimi diritti e ci affida una montagna di doveri di cui il più chiaro e cristallino è quello di lavorare incessantemente per la costruzione del Tempio della Virtù per il Bene e il Progresso dell’Umanità. Siamo sicuri di essere sempre in linea con questi principi anche se li proclamiamo o ripetiamo liturgicamente ad ogni piè sospinto?

6° la via iniziatica è un cammino di attivismo e di perseveranza instancabile che non può fare a meno del sostegno di un cuore ardente di desiderio e colmo di nostalgia per il paradiso perduto. L’obiettivo finale, in gergo si chiama “l’apertura del cuore”. Ed è un punto centrale del cammino iniziatico. La massima vigilanza è d’obbligo. Occorre oggettivarsi e vedersi così come siamo, migliorarci senza sosta, accettare le nostre debolezze a e fragilità. Chiediamo alle nostre Sorelle o Fratelli che sentiamo più puri ed evoluti di farci da specchio.

Lao Tzu nel Tao Te Ching afferma:

Oh, il mio cuore di stolto quanto è confuso! L’uomo comune è così brillante, sol io sono tutto ottenebrato, l’uomo comune in tutto s’intromette, solo io di tutto mi disinteresso.

Se lo diceva il fondatore del Taoismo…

7° nessun medico ci ha ordinato di entrare in Massoneria. L'”odio per il segreto” come lo definiva Guénon, e le ricorrenti ondate persecutorie, sostenute dalla mentalità del cosiddetto Regno della Quantità che oggi si materializza nel pensiero unico del neoliberismo narcisistico, predatorio, antiecologico, giustizialista e politically correct, fanno parte della contemporaneità. Non stiamo troppo a piangerci addosso. Nella storia è sempre successo.

Ricordo sommessamente che, quando siamo stati iniziati, sostando nelle tenebre del Gabinetto di Riflessione, abbiamo distintamente letto questa frase sulla parete NORD, accanto alla scritta V.I.T.R.I.O.L. e ai simboli alchemici del Solfo e del Sale:

Se la tua anima ha provato spavento NON andare più oltre.

Autore Hermes

Sono un iniziato qualsiasi. Orgogliosamente collocato alla base della Piramide. Ogni tanto mi alzo verso il vertice per sgranchirmi le gambe. E mi vengono in mente delle riflessioni, delle meditazioni, dei pensieri che poi fermo sul foglio.