Conferenza ed esposizione reperti bellici presso la scuola Allievi Carabinieri di Reggio Calabria
Si è svolta ieri, 5 novembre, presso la scuola Allievi Carabinieri ‘Fava e Garofalo’ di Reggio Calabria, in occasione della celebrazione del 4 novembre, Giornata dell’Unità Nazionale e delle Forze Armate, la conferenza organizzata dall’Istituto del Nastro Azzurro fra combattenti Decorati al Valor Militare e presieduta dal Presidente della federazione provinciale di Reggio Calabria, Cap. Prof. Alberto Cafarelli, introdotto dal Comandante della scuola Allievi, Sig Col. Vittorio Carrara, dal titolo ‘4 novembre 1918 l’Italia completa il Risorgimento’.
Accompagnata da una mostra a tema, comprensiva di documenti storici, reperti e cimeli di guerra, la serata ha coinvolto la numerosa platea in un susseguirsi di resoconti storici, che hanno inizio con il Risorgimento e la complessa parabola evolutiva che ha indotto Stati a spezzare la già precaria situazione europea vigente, con conseguenze tali da sfociare in un conflitto senza precedenti nella storia: la Prima Guerra Mondiale!
Questa devastante portatrice di miseria e orrori, che non è rimasta circoscritta al territorio europeo ma si è ampliata fino a coinvolgere altri continenti, a differenza del Secondo conflitto, racchiudeva ancora i valori e le speranze vane inneggiate nel Risorgimento.
Tale viaggio indietro nel tempo ci riporta agli inizi del secolo scorso, quando al vertice del potere vi era l’Europa, un prestigio che perdette con l’avvento delle due guerre, insieme a molti territori italiani come la Dalmazia, l’Istria, Fiume, eroicamente difesa da d’Annunzio ed altri eroi, territori che, storicamente ed etnicamente appartenevano prevalentemente alla nostra cultura e ne delineavano, come riporta il Sommo poeta Dante Alighieri nel canto IX dell’Inferno, 113-114:
sì com’a Pola, presso del Carnaro
ch’Italia chiude e suoi termini bagna.
Sono trascorsi oltre cento anni dalla fine della Grande Guerra, avvenuta il 4 novembre 1918, con l’Armistizio di Villa Giusti, un avvenimento che ha falciato tante vite innocenti, molte giovanissime, un sacrificio in nome di una nazione libera, pagata con il sangue versato da tanti militi di cui si è persa memoria.
Negli albi e nei registri non sono riportati tutti i nomi dei caduti, non certo per disonorare la loro memoria, ma perché le condizioni in cui cadevano molti soldati, spesso privi di piastrina di riconoscimento, ne impedivano l’identificazione.
In virtù del loro eroismo l’Italia decide di immolare su un altare un Milite Ignoto in onore di tutti coloro che con la vita hanno perso anche la loro identità e, ogni anno, il 4 novembre sull’Altare della Patria a Roma, come in tutti i monumenti ai caduti delle varie città, viene celebrata una cerimonia in presenza delle più alte autorità.
L’altare dedicato al Milite Ignoto, con l’alzabandiera e la deposizione della corono di alloro, sono una tradizione italiana, assorbita, ben presto, anche da altre nazioni, che ogni anno rendono omaggio ai loro caduti.
Fra tutti i monumenti sparsi per l’Italia, oltre l’Altare della Patria, solo a Reggio Calabria la statua era originariamente ricoperta d’oro, e inaugurata dal re Vittorio Emanuele in persona, il 3 maggio 1930, in occasione del suo sbarco a Reggio Calabria organizzato appositamente per inaugurare il Monumento alla Vittoria.
Questo alto riconoscimento è anche frutto della grande eredità che i nostri eroi ci hanno lasciato; sul profilo bellico, infatti, la Calabria si è sempre distinta e famose unità militari, come la ‘Brigata Brescia’ e la ‘Brigata Catanzaro’, sono state un grande esempio di valore e sacrificio.
Le numerose medaglie di cui sono stati fregiati militari calabresi sono un’ulteriore testimonianza del loro valore e dello spirito patriottico che ha reso unita e libera la nostra nazione.
Autore Daniela La Cava
Daniela La Cava, scrittrice, costumista, storica del Costume. Autrice di volumi sulla storia del costume dal titolo "Il viaggio della moda nel tempo". Collabora con terronitv raccontando storie e leggende della sua terra, che ha raccolto nel volume "Calabria: Echi e Storie di una Terra tra due Mari".