Trascorsi 184 anni dall’inaugurazione della Napoli Portici, la prima linea ferrata in Italia
Pietrarsa oggi rappresenta il fiore all’occhiello della nostra storia ferroviaria, una straordinaria mostra permanente di mezzi storici ben tenuti e, senza ombra di dubbio, uno dei più considerevoli Musei Ferroviari di tutta Europa, dove le testimonianze del passato approfittano delle attuali tecnologie per essere meglio apprezzate.
Un moderno sistema multimediale di ‘realtà aumentata’ consente al visitatore, comodamente seduto, di vivere sensorialmente un vero e proprio viaggio nel tempo, davanti al modello a vapore Bayard, grazie a una proiezione tridimensionale che illustra allo spettatore quella che è stata considerata la prima locomotiva circolante in Italia.
Essa fu utilizzata sulla prima strada ferrata italiana, che venne realizzata per collegare Napoli a Granatello, presso Portici, e fu inaugurata il 3 ottobre 1839.
Alla cerimonia era presente la famiglia Reale Borbonica, con in testa il sovrano Ferdinando II.
Da quel tempo, e per tutto l’Ottocento, ci fu una continua espansione della rete ferroviaria.
Il suddetto tratto di linea, progettato dall’ingegnere francese Armand Joseph Bayard de le Vingtrie, incaricato da Ferdinando II di Borbone, collegava Napoli con Nocera e Castellammare.
La Bayard fu costruita nei cantieri di Newcastle, in Inghilterra, disponeva di tre assi, di cui quello centrale motore, e raggiungeva la velocità massima di cinquanta chilometri orari.
La sua esatta replica fu costruita nelle officine ferroviarie di Firenze, in occasione del centenario del 1939, ed è attualmente conservata nel padiglione ‘A’ delle vaporiere a Pietrarsa.
L’area occupata dalle officine era situata tra il tratto di ferrovia Napoli – Portici e il mare, una posizione ideale per un trasporto di materiali sia da terra che da mare.
Le officine trovarono quindi posto a fianco del primo tratto ferroviario italiano, la linea Napoli ‐ Portici, a doppio binario, inaugurata, appunto, il 3 ottobre 1839, e fu la locomotiva Vesuvio a trainare il treno su quella strada ferrata lunga 7.411 metri, che veniva percorsa in appena 11 minuti da due convogli progettati dall’ingegnere Armand Bayard de la Vingtrie, su prototipo dell’inglese George Stephenson.
Il ferro delle rotaie fu estratto nelle miniere della Vallata dello Stilaro e lavorato nel Polo siderurgico di Mongiana, in Calabria. Le rotaie furono realizzate in ferro battuto, in profilati da 5 metri di lunghezza del peso di 25 kg per metro.
La locomotiva che trainò il treno inaugurale, la Vesuvio, pesava appena 13 tonnellate e sviluppava una potenza di soli 65 CV alla velocità di 50 km/h, trainando sette carrozze per un peso complessivo di 46 tonnellate.
Nei quaranta giorni successivi all’apertura, ben 85.759 passeggeri viaggiarono sulla linea Napoli – Portici.
Una curiosità. Nel 1993, alcuni appassionati con in testa Romeo Cozzitorto, medico dell’esercito con il pallino della Ferrovia, tanto da gestire a Nocera Inferiore una ferrovia da giardino a vapore vivo, mise in pressione la Bayard e, trainando due carrozze, arrivò con le ‘proprie gambe’ fino a Nocera Superiore, affrontando anche un tratto in salita.
Autore Armando Minichini
Armando Minichini è un ferroviere a riposo, ex macchinista autore del libro 'Attraverso un lungo viaggio', collabora con terronitv.