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2+1=Y: Napoli e la Litera Pythagorae

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Napoli, Forcella - ph Rosy Guastafierro
Napoli, Forcella - ph Rosy Guastafierro


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Napoli è città del sole, illuminata da un fascino tale da richiamare diverse scuole di pensiero succedutesi nel tempo, che, pur mescolandosi in un connubio, sono riuscite a mantenere le prerogative di ognuna.

Scultori, pittori, poeti e maghi, da sempre, non resistono al fascino e alla forza catalizzatrice che respirano, un misticismo insito nelle sue fondamenta.

Partendo dal tracciato delle strade, il suo impianto, il più grande ed il più antico d’Europa, si snoda in una vera e propria ripartizione geometrica dove le tre plateaie, orientate da est ad ovest, vengono intersecate da circa 20 stenopoli, con direzione nord-sud, formando una serie di blocchi di un’esattezza strabiliante, capace di riverberare l’idea di armonia e proporzione di ispirazione pitagorica.

L’agorà è a pianta quadrata ed è al centro di un più ampio quadrilatero, in perfetto rapporto armonico con la Porta Furcillensis; la direzione delle strade non è concentrica, bensì radiale.

In effetti, gli ultimi studi archeologici a cura della Sovraintendenza fanno risalire la sua origine proprio in quell’ultima parte del VI secolo a.C. dove la presenza della scuola del filosofo di Samo opera con forza e vigore.

Tra i vicoli dei decumani vi è un antico quartiere con una caratteristica e un nome particolare: Forcella.

La strada principale, partendo dall’attuale via Duomo, l’antica via del Sole, si biforca, disegnando una forcina, appunto una ipsilon.

Il Celano nel suo ‘Notizie del Bello, dell’Antico e del Curioso della Città di Napoli per gli Signori forastieri’, del 1692, così scrive:

Di Forcella, avanti l’atrio della chiesa oggi detta di S. Maria a Piazza. Nel rifarsi la chiesa vi fu il Seggio di essa incorporato. Fu chiamato Forcella perché quivi vogliono che fosse la scuola di Pitagora che per impresa aveva la lettera Y, e che questa fosse la particolare insegna del Seggio, come vedesi scolpita in un antico marmo sulla porta di detta chiesa, e sotto della quale i nobili di esso fecero incidere quel celebre motto: Ad bene agendum nati sumus

Retaggio di un’antica conoscenza sapienziale, si ha la convinzione che la Y rappresenti la perfezione in assoluto, quel bivio ideale che conduce ad effettuare scelte che si esplicitano attraverso la via della mano destra, introspettiva, faticosa, intervallata da inciampamenti, in sintesi dei vizi, e quella della sinistra, leggera, propositiva, intuitiva capace di condurre alla conoscenza agevolmente, ovvero delle virtù.

Le idee del figlio di Partenide spaziano in ogni campo in maniera avanguardista rispetto allo scibile dell’epoca, anche nei confronti delle donne: in una società dove spesso le esistenze femminili si riducono ad una vita stentata ed infelice trascorsa nei ginecei, inizia a restituire loro pari dignità ed, anzi, ad accoglierle persino nella parte più misterica della scuola stessa.

L’essenza dei principi pitagorici deve forse proprio alla componente femminile il corretto inquadramento e la giusta divulgazione. Se i suoi adepti affermano che la realtà è costituita dai numeri, proprio le Donne Pitagoriche, con la caratteristica pragmatica del femminile, precisano che la realtà può essere descritta dai numeri interi.

Il 10, in quanto somma delle cifre 1, 2, 3 e 4 corrispondenti, rispettivamente, al punto, alla retta, al piano e allo spazio, è il numero che rappresenta l’Universo, il Tutto e, diagrammato nella Tetraktys, dà luogo a quel triangolo equilatero di così elevato valore misterico che il giuramento dei suoi iniziati viene effettuato su di esso.

Il triangolo, d’altra parte, rimanda ad un altro numero sacro, il Tre, la cui importanza è così profonda che la sua conoscenza non viene diffusa pienamente neppure agli acusmatici e, persino nella interpretazione simbolica moderna, è spesso controverso e contraddittorio.

Nella composizione pitagorica del tre, cioè nel triangolo e nella sua corrispondenza archetipa, sono rappresentati il Divino, nelle sue componenti maschile secca e fecondante, cioè il numero uno e nella sua componente umida, recettiva, femminile, il numero due che, insieme, vanno a comporre l’elemento perfetto per eccellenza, né maschio né femmina, ma puro Verbo, emanazione creatrice e generatrice di tutto il mondo visibile e invisibile.

Da questa concezione del Sovraumano deriva un messaggio che, ancora oggi, appare quasi ereticamente scandaloso: l’essenza sovrannaturale, generatrice dell’Universo, non ha alcuna valenza sessuale, le sue parti costituenti, intimamente connesse ed integrate, sono un elemento maschile ed uno femminile, distinti, ma unici, entrambi altrettanto fondamentali per la generazione e la sopravvivenza delle opere della creazione.

La dottrina pitagorica, una profetica trattazione che solo la moderna teoria fisica e cosmogonica perfeziona nella direzione prevista dal grande matematico, ci insegna che se la conoscenza razionale, maschile non può arrivare a pronunciare il nome ineffabile, il sentire femminile, generatore di vita ed armonico con la natura conosciuta, può intuirne la raffigurazione simbolica.

Nel nostro essere coesistono i due principi maschile e femminile, così come coesistono nell’universo; 1 più 2 fa 3 nell’io come nel cosmo. Se siamo in grado di far corrispondere e sovrapporre in noi, come nell’infinito, i due principi ecco che la conoscenza perviene ad un livello che non può essere descritto dalle parole e colui che la raggiunge si eleva a comprendere e comandare il creato, al di fuori del tempo, né qui né li, nell’Uno e nel Tutto.

Centoquaranta anni orsono la città conferma la sua origine inchinandosi nuovamente all’eminente pensatore. Il risanamento, voluto dall’allora sindaco Nicola Amore, ne muta radicalmente il volto abbattendo vari edifici, per far posto ad una enorme Y.

L’attuale corso Umberto o rettifilo, 1300 metri circa, che partendo da piazza Garibaldi, attraversa sempre in linea retta piazza Nicola Amore per arrivare a piazza Bovio, dove si divide in via Depretis e via Sanfelice, lambendo piazza Municipio e la mastodontica Galleria Umberto I.

Napoli, Forcella - ph Rosy Guastafierro
Napoli, Forcella – ph Rosy Guastafierro

Autore Rosy Guastafierro

Rosy Guastafierro, giornalista pubblicista, esperta di economia e comunicazione, imprenditrice nel campo discografico e immobiliare, entra giovanissima nell'Ordine della Stella d'Oriente, nel Capitolo Mediterranean One di Napoli. Ha ricoperto le massime cariche a livello nazionale, compreso quello di Worthy Grand Matron del Gran Capitolo Italiano.