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‘1938 Diversi’, la barbarie delle leggi razziali fasciste

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1938 – 2018: ottant’anni dalla Promulgazione delle Leggi Razziali Fasciste

Un anniversario importante e un tema purtroppo ancora molto attuale che il docu-film ‘1938 Diversi’ di Giorgio Treves tratta con cura narrativa e dovizia di particolari.

Ottant’anni fa il popolo italiano, che non era tradizionalmente antisemita, fu spinto dalla propaganda fascista ad accettare la persecuzione di una minoranza che viveva pacificamente in Italia da secoli. Come fu possibile tutto questo? E quanto sappiamo ancora oggi di quel momento storico?

‘1938 Diversi’ vuole raccontare cosa comportò per gli ebrei italiani l’attuazione di quelle leggi e come la popolazione ebraica e quella non ebraica vissero il razzismo e la persecuzione. In particolare, il film si concentra sui sottili meccanismi di persuasione messi in opera dal fascismo grazie all’efficace e pervasiva azione del Ministero della Cultura Popolare,  MinCulPop, centro direttivo della propaganda di regime. Si vedono gli articoli, le vignette, i fumetti, i filmati con cui in pochi mesi gli ebrei vennero trasformati prima in “diversi”, poi in veri e propri nemici della nazione.

Il documentario racconta le conseguenze sulla vita di ogni giorno degli ebrei italiani all’indomani della promulgazione delle leggi razziali, sia attraverso la voce di alcuni testimoni diretti, sia attraverso la ricostruzione, in animazione, di alcuni episodi di discriminazione e umiliazione realmente accaduti. Importanti studiosi – storici, sociologi, esperti in comunicazione – aiutano lo spettatore a rileggere questo drammatico passaggio storico sotto una luce nuova, capace di illuminare il ruolo decisivo dei mezzi di comunicazione di massa in una delle più tragiche persecuzioni razziali dell’umanità.

Nel 1938, dopo le deliberazioni del Consiglio dei Ministri gli ebrei non possono:

a) Prestare servizio militare in pace e in guerra.

b) Esercitare l’ufficio di tutore.

c) Essere proprietari di aziende interessanti la difesa nazionale.

d) Essere proprietari di terreni e di fabbricati.

e) Avere domestici ariani.

Viene decretata per legge l’espulsione degli ebrei stranieri.

Inoltre, non vi possono essere ebrei:

a) Nelle amministrazioni militari e civili.

b) Nel partito.

c) Negli enti provinciali e comunali.

d) Negli enti parastatali.

e) Nelle banche.

f) Nelle assicurazioni.

e nessun ebreo è più ammesso nelle scuole italiane.

Chi non conosce il passato sarà destinato a riviverlo
Santayana

Sino al 1935 in Italia il razzismo quasi non esisteva e il fascismo, nel ventennio della sua dittatura, è riuscito a inoculare nella nostra società un virus che ha messo radici e, purtroppo, continua a proliferare in diverse forme.

Il regista Giorgio Treves, in occasione dell’anniversario della Promulgazione delle leggi razziali, con il suo film ha voluto contribuire ad approfondire e a capire cosa sia successo in quegli anni; a riflettere su come siano nate, come siano state accolte e quali conseguenze abbiano avuto quelle barbare e incivili leggi sul popolo italiano e, in particolare, sugli ebrei italiani. Come i genitori di Treves, che nel 1940 per sfuggire alle leggi razziali fasciste furono costretti a lasciare Torino e l’Italia riuscendo a imbarcarsi sull’ultima nave passeggeri che andava in America.

Parlando della necessità avvertita nel girare ‘1938 Diversi’, Giorgio Treves ha detto:

Il film nasce da un profondo bisogno di sapere, di capire e di far conoscere. Anche perché quegli eventi, seppur in modi diversi, tornano a ripetersi e a minacciare il nostro futuro. Abbiamo il dovere di mobilitarci e cercare di impedirlo.

Non credo che sia solo un bisogno morale che mi spinga a voler raccontare il periodo delle leggi razziali, né la necessità ‘privata’ di sapere come abbiano vissuto e cosa abbiano sofferto i miei parenti e correligionari, né una generica urgenza che se ne sappia di più, ma soprattutto la convinzione che con un linguaggio diretto si debba risvegliare l’interesse e la curiosità dei giovani e dei ragazzi.

Autore Paco De Renzis

Nato tra le braccia di Partenope e cresciuto alle falde del Vesuvio, inguaribile cinefilo dalla tenera età… per "colpa" delle visioni premature de 'Il Padrino' e della 'Trilogia del Dollaro' di Sergio Leone. Indole e animo partenopeo lo rendono fiero conterraneo di Totò e Troisi come di Francesco Rosi e Paolo Sorrentino. L’unico film che ancora detiene il record per averlo fatto addormentare al cinema è 'Il Signore degli Anelli', ma Tolkien comparendogli in sogno lo ha già perdonato dicendogli che per sua fortuna lui è morto molto tempo prima di vederlo. Da quando scrive della Settima Arte ha come missione la diffusione dei film del passato e "spingere" la gente ad andare al Cinema stimolandone la curiosità attraverso i suoi articoli… ma visto i dati sconfortanti degli incassi negli ultimi anni pare il suo impegno stia avendo esattamente l’effetto contrario. Incurante della povertà dei botteghini, vagamente preoccupato per le sue tasche vuote, imperterrito continua la missione da giornalista pubblicista.