Disponibile dal 18 febbraio
Riceviamo e pubblichiamo.
Esce venerdì 18 febbraio ‘1001’, il nuovo singolo di Marat che segna il suo ingresso nel roster de Le Siepi Dischi.
Un nuovo capitolo per la cantautrice romana, una metafora del numero minimo di personalità che ognuno di noi contiene e che non è possibile riassumere in un aggettivo o giudizio. Il brano è anche parte della colonna sonora della serie ‘Christian’ uscito su Sky il 28 gennaio 2022.
1001 possono essere anche i chilometri di distanza che crea qualcuno con qualcun altro quando lo etichetta in modo permanente e superficiale.
Questa canzone è il grido di una Mina che si è stufata di essere quella che viene sempre vista nascondersi dietro una voce bella. Ed è anche la storia di Marat che un minuto sai chi è e quello dopo no. Forse, è anche questo il bello dell’esistenza.
Biografia:
Marta Lucchesini, cantautrice e polistrumentista, nasce a Monterotondo (RM) nel 1995. Comincia presto a scrivere e comporre, arrivando finalista al Premio De André con il brano ‘Urgenza Particolare’.
Dopo essersi diplomata a Officina Pasolini, laboratorio romano sulla canzone fondato da Tosca, nel febbraio 2017 debutta con l’EP ‘Le Facce’ sotto il nome d’arte ‘Marat’, sotto la supervisione artistica di Luca Bellanova, vincendo il premio Matteo Blasi, 2018, e arrivando in semifinale a Musicultura. Nel 2019 vince la Targa Tenco per il miglior Disco a Progetto con il collettivo Adoriza.
Nel 2020 si laurea al Conservatorio di Santa Cecilia a Roma in ‘Composizione per la musica applicata alle immagini’. Attualmente lavora nel campo della musica per le immagini.
Al Festival del Cinema di Venezia 2021 debutta con il docufilm di Sabina Guzzanti ‘Spin time – Che fatica la democrazia!’, firmando la colonna sonora originale insieme al compositore Giorgio Giampà. Nella primavera del 2022 è prevista l’uscita del suo secondo EP ‘Tempesta e calci’ con l’ennesima etichetta discografica indipendente ‘Le Siepi Dischi’.
Marat è tante cose: il palco, la musica suonata, l’intesa, i discorsi al microfono. I brani diventano autentici nel momento in cui c’è lo scambio col pubblico, dando ogni volta una sfaccettatura diversa al proprio vissuto. Nel mondo non esistono confini ma soltanto una connessione forte tra la quotidianità e la poesia che essa genera.
Marat raccoglie queste briciole di esistenza e le trasforma in suoni, quasi teatrali, surreali e scherzosi a dimostrazione che ogni cosa è degna di essere raccontata in un caldo osservare dall’alto ciò che ci circonda.